Essere un patriota europeo

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Il Patriota Europeo, cos’è? Oggi parliamo continuamente dell’Europa, della sua grandezza sentiamo il bisogno di vivere il suo passato; e dunque proprio oggi dobbiamo interrogarci su cosa sia amare l’Europa, su cosa sia essere un buon europeo.

È di importanza fondamentale capire chi sia veramente colui che ama l’Europa, l’uomo che ne persegue il bene che ne ricerca la prosperità. La grandezza che vive per la sua rinascita: il vero patriota europeo dei nostri tempi!

Essere un patriota europeo non significa parlare una lingua comune, o peggio ignorare l’esistenza della propria. Non vuol dire dimenticare di essere nati in un paese con una sua storia, una sua cultura e delle proprie tradizioni caratterizzanti. Non significa auspicare che venga un’unica lingua, un unico costume, univoche tradizioni, sul modello statunitense.

L’Europa è una moltitudine di popoli

No, noi siamo diversi. Noi non siamo, e non possiamo diventare una massa omologata e priva di distinzioni. Siamo popoli uniti dal sangue, dalle radici storiche, culturali. Dagli scopi più alti della classicità e della migliore tradizione nordico europea, da importanti basi cristiane creatrici di una grande sensibilità sociale dalla quale non possiamo prescindere.

Ma non siamo e mai potremmo essere uniti nell’omologazione dei costumi e delle menti. Il nostro modello è dei Popoli e per i Popoli. Noi siamo forti e vincenti nelle nostre particolarità, che resistono alla vuota uniformazione dell’essere umano che sta distruggendo i popoli privi di memoria e di coscienza.

Essere un patriota europeo, significa mettere in discussione i modelli cooptati di guida della comunità che sono a Bruxelles. Significa rigettare un modello simile e comprendere che il suo stesso essere omologante è antitetico con l’Europa. Accettare il modello tecnocratico, equivale a rinnegare l’essenza stessa democratica, federale, cristiana delle nostre terre. Il dovere è quello di auspicare un Europa libera, e forte protagonista nel mondo.

Essere un buon europeo significa avere la coscienza del compito dell’occidente. Vuol dire amare la propria specificità, abbandonando lo sciovinismo di quei nazionalismi che con continue liti da cortile hanno sempre impedito.

 

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