Energia elettrica: ‘green’ forse, sicuramente a peso d’oro

Quanto peserà la 'transizione ecologica' sulle nostre tasche?

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Che, poi, l’elettricità, in Italia non è nemmeno così green.

La produzione di energia elettrica nel nostro paese è nella stragrande maggior parte prodotta da idrocarburi, con buona pace dell’ecologia.

Eppure l’orientamento attuale è di elettrificare tutto, dai climatizzatori caldo/freddo nelle abitazioni ed uffici alla mobilità.

Una scelta quantomai discutibile, alla luce anche delle dichiarazioni di questi giorni.

Dal caro benzina al caro colonnina il passo è breve. E non indolore.

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Rincara la bolletta

Il costo dell’energia continua a salire e gli italiani se ne accorgeranno sulle prossime bollette di luce e gas.

Lo ha anticipato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante il convegno della CGIL organizzato a Genova lo scorso 14 settembre.

Nel prossimo trimestre la bolletta dell’elettricità potrebbe aumentare del 40%.

Ma perché stiamo assistendo a questo rincaro dei prezzi dell’energia? 

Quello del rincaro dei prezzi dell’elettricità è un fenomeno già in atto da mesi e non riguarda solo l’Italia, ma diversi paesi europei.

Il “costo” della transizione green sarà salato quindi.

Oltre a quelli delle materie prime non rinnovabili, sono aumentati anche i costi dei permessi di cui dispongono le aziende per produrre anidride carbonica. È quanto prevede il Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE (ETS UE).

Il suo obiettivo è quello di ridurre in maniera sempre più consistente le emissioni di CO2 e si basa su un meccanismo di permessi e quote: una volta fissato dall’UE il tetto massimo di anidrite carbonica che le aziende possono produrre, le autorità europee rilasciano dei permessi-quote in un numero limitato.

Le aziende poi acquistano, ricevono o vendono le proprie quote in base alle loro emissioni. Se, ad esempio, un’azienda emette una quantità di CO2 inferiore rispetto al tetto fissato dispone di quote che può conservare per gli anni successivi o vendere ad aziende che ne necessitano perché oltre il tetto stabilito. Considerato che l’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2, la quantità di permessi in circolazione viene periodicamente ridotta, facendone aumentare di volta in volta i prezzi.

Praticamente il pretium doloris dell’inquinamento.

Più inquini più ti tasso.

Ed inquini per produrre energia elettrica che servirà in quantità esponenzialmente maggiori in futuro per i veicoli.

Per non farli inquinare.

Un paradosso reale con il quale dovremo fare i conti tutti noi nel prossimo futuro.

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