Empoli – Fiorentina: una sconfitta che brucia

A Empoli la Fiorentina perde il derby toscano in modo rocambolesco con un finale di partita sciagurato in un match che l’aveva vista meritatamente in vantaggio per 80 minuti.

La formazione iniziale è probabilmente la migliore attualmente disponibile con il rientro dei due difensori centrali titolari (Martinez Quarta e Milenkovic) e le conferme sugli esterni di Saponara e Callejon.

Il primo tempo scorre abbastanza equilibrato anche se la Fiorentina dà l’impressione di essere sempre in controllo di partita pronta a far goal. Anche perché la grinta, l’attenzione e la tenacia dei calciatori empolesi piano piano diminuisce.

E proprio all’inizio del secondo tempo da una palla tenacemente riconquistata da Vlahovic nasce il vantaggio viola.

Potrebbe essere la fine per l’Empoli. Che invece si dimostra davvero una buona squadra orchestrata da un bravo tecnico, continuando a rimanere in partita e insistendo nelle ripartenze con voglia e corsa.

Un calo viola

La Fiorentina cala di intensità soprattutto negli esterni bassi (che avevano spinto con continuità). Da una punizione generosamente concessa dall’arbitro Sacchi nasce il traversone in area che consente (a causa di un’uscita maldestra di Terracciano) all’Empoli di pareggiare.

Punta nell’orgoglio la Viola prova a riorganizzarsi ma subisce una ripartenza micidiale che consente a Pinamonti di portare i biancoazzurri in vantaggio.

E si concretizza una sconfitta difficile da spiegare e molto amara. Che però si presta ad alcune considerazioni.

Il gioco di Italiano è questo e consente brani di calcio belli ed importanti. Ma è molto dispendioso fisicamente e appena si abbassa la condizione, se non si interviene con sostituzioni all’altezza, il rischio di prendere goal è evidente.

La squadra (e lo ripetiamo da sempre) è corta e mancano una seconda punta e un esterno. E dal punto di vista caratteriale ancora deve crescere.

Deve essere in grado di mettere in sicurezza il risultato sfruttando maggiormente le occasioni create e gestendo il vantaggio in modo meno arrembante.

Insomma il percorso di crescita è ancora lungo.

 

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