Email dall’Ucraina inguaiano Biden, ma FB e Twitter censurano la notizia

Trump sbotta contro i social Network:"coprono Biden, terribile"

Biden e suo figlio sono nei guai per email provenienti dalla Ucraina.

L’inchiesta del quotidiano liberal New York Post offre un assist a Trump, ma il web si mobilita per disinnescarlo.

Chi di Ucraina ferisce, di Ucraina patisce.

Le indagini che dovevano sbugiardare Trump si stanno rivelando un boomerang per i democratici ed il loro candidato.

Lo ha rivelato il New York Post, di certo non una testata vicina a Donald Trump.

Ma i maggiori social network stanno soccorrendo Joe Biden, censurando di fatto la notizia.

È terribile

Facebook e Twitter non sono piattaforme media. Sono macchine di propaganda”.

Non l’ha detto il Tycoon repubblicano ma lo ha scritto lo stesso New York Post in un editoriale, commentando la notizia.

Gli ha fatto eco Trump: ” È terribile, Facebook e Twitter coprono Biden”.

E ne hanno ben donde, vista la gravità dei fatti e delle accuse.

Trump ha commentato il fatto come “terribile”, congratulandosi con il New York Post per aver rivelato “la grande corruzione che circonda Sleepy Joe Biden e il nostro paese”. “E’ sempre stato un politico corrotto – ha aggiunto – Scandaloso!

 

I fatti

L’articolo del New York Post (QUI IL LINK) ha riportato indiscrezioni scottanti su Biden, in particolare sugli affari in Ucraina del figlio Hunter Biden.

Donald Trump stesso aveva tirato fuori gli affari del secondogenito di Biden, attivo anche in Cina, accusandolo, tra le altre cose, di aver ricevuto 3,5 milioni di dollari dalla moglie del sindaco di Mosca.

Nell’articolo di ieri, il New York Post ha parlato di una “smoking gun”, una “pistola fumante”.

Il quotidiano ha riportato come prova email che proverebbero come Hunter Biden avesse presentato anni fa suo padre, allora vicepresidente dell’amministrazione di Barack Obama, al dirigente top di una società energetica ucraina, Burisma.

Anni dopo, secondo le stesse prove, papà Biden avrebbe fatto pressioni sul governo ucraino affinché licenziasse un procuratore che stava indagando sul gruppo.

A rivelarlo, sono le email entrate in possesso del New York Post.

L’incontro, mai rivelato prima d’ora, secondo il tabloid sarebbe menzionato in un messaggio che un membro del board di Burisma, Vadym Pozharskyi, avrebbe inviato a Biden Jr il 17 aprile 2015, circa un anno dopo che Hunter era entrato nel consiglio con uno stipendio che arrivava ai 50 mila dollari al mese.

Caro Hunter, grazie per avermi invitato a DC e per avermi dato l’opportunità di incontrare tuo padre e di aver passato un pò di tempo insieme. È un onore e un piacere”, si legge nell’e-mail.

Un messaggio risalente al 2014 e sempre riportato dal giornale, mostra che Pozharskyi (dirigente numero tre di Burisma), chiede a Hunter “consigli su come puoi usare la tua influenza” per conto dell’azienda.

Questa corrispondenza di email contraddirebbe l’affermazione del candidato democratico alla Casa Bianca di non aver mai parlato con suo figlio dei suoi affari all’estero.

Tali email fanno parte dei dati recuperati da un computer portatile consegnato ad un centro riparazioni in Delaware, lo stato di Biden, nell’aprile 2019.

Nel computer, ci sarebbe anche un video di 12 minuti che mostrerebbe Hunter fumare crack mentre compie un atto sessuale con una donna non identificata.

Facebook e Twitter censurano la notizia

La distribuzione dell’articolo è stata limitata, nella giornata di ieri, da Twitter e Facebook.

Andy Stone, portavoce di Facebook, ha spiegato la decisione di “ridurre la distribuzione sulla nostra piattaforma” in attesa di verifiche da parte dei cosiddetti fact checkers.

Il New York Post ha reagito con un editoriale in cui ha accusato i Big Tech di intervenire per proteggere il candidato democratico alla presidenza degli States Joe Biden.

Da parte sua Twitter ha bloccato l’account del tabloid su Twitter @nypost, in quanto la storia avrebbe a suo avviso violato le regole contro la “distribuzione di materiale hackerato”.

I link che rimandano all’articolo sono stati taggati da Twitter con un messaggio di avvertimento:
“Questo link è stato identificato da Twitter o dai nostri partner come potenzialmente dannoso”.

Il New York Post si è scagliata contro i due colossi social.

Per caso, Facebook e Twitter hanno censurato l’articolo del New York Times sulle tasse pagate da Trump, pubblicato due settimane fa?”.

Uno scivolone, quello di Facebook e Twitter, che rischia ora di ritorcersi contro lo stesso Joe Biden, facendo apparire Trump alla stregua di una vittima.

Lo stesso numero uno di Twitter, Jack Dorsey, è stato costretto a definire “inaccettabile” la decisione dei social media di bloccare gli utenti dal condividere l’articolo del Post, senza fornire un messaggio più chiaro sulle motivazioni.

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