Elisa Tozzi e Fratelli D’Italia nel mirino dell’intolleranza: in Toscana la sinistra ha un problema con la democrazia
Le elezioni toscane si avvicinano, ormai siamo al rush finale. La campagna di centrodestra in tutti i collegi si svolge con la massima dedizione ai problemi reali della cittadinanza, lontana da slogan urlati ma Senza costrutto politico
Di contro, abbiamo una sinistra completamente sganciata dalla realtà, preda di un massimalismo totalizzante, che divora ogni possibilità di confronto democratico. Una deriva autoritaria che pare quasi recuperare il vecchio stalinismo intollerante che pure aveva attecchito prepotentemente in Italia nel secondo dopoguerra e che evidentemente non è morto.
A ogni latitudine del globo questo tipo di impostazione culturale si rende visibile in modo manifesto e trova conferma nell’incapacità dela sinistra di prendere le distanze o condannare in modo netto la violenza politica che si fa sempre più minacciosa
Figuriamoci arginarla, come ben si vede dalle piazze di questi mesi con manifestazioni finite quasi sempre in scene di guerriglia urbana.
Chi osa dissentire dalla loro narrazione è squalificato, delegittimato, considerato quasi un untermensch. In USA persino ammazzato senza pietà come è capitato a Charlie Kirk.
Ebbene la Toscana da questo punto di vista è sempre stato un laboratorio politico per una sinistra antagonista che non rifugge la violenza come metodo di lotta. Lo era negli anni 70 al tempo delle BR, lo è stato nei primi anni 90 con le nuove BR di Nadia Desdemona Lioce e continua ad esserlo, magari sottotraccia, senza episodi eclatanti ma assai diffuso e pericoloso.
Un fiume carsico che di tanto in tanto emerge e si manifesta un episodi più o meno gravi ma se tutto inaccettabili
L’ultimo di questi ha visto come vittima la candidata al Consiglio Regionale per il Collegio del Mugello, Elisa Tozzi il cui manifesto elettorale situato sulla tradizionale “vela” è stato vandalizzato senza alcun motivo. O, quanto avvenuto a Firenze con limbrattamento della sede fiorentina di Fratelli d’ Italia, con scritte che alluderebbero alla natura fascista del partito di Giorgia Meloni. Tutto questo è inaccettabile. La celebrazione del rito laico della campagna elettorale dovrebbe prediligere il confronto fra idee e programmi basato sull’interesse dei cittadini e mai un agone bellico nel quale ogni cosa è concessa.
La bussola dovrebbe essere l’interesse dei cittadini e l’ideologia di appartenenza non dovrebbe essere elemento di discussione .
E invece per qualcuno evidentemente non è così. Per qualcuno evidentemente la dissacrazione dell’avversario politico è pienamente consentita soprattutto se si abbatte contro chiunque contesti la mitopoietica di sinistra
Chiunque mette in discussione la visione di una Toscana terra meravigliosa sotto l’amministrazione PD rimane vittima di un clima di odio e ostilità che giustifica qualunque atto persino quello più inutile e gratuito. Come è accaduto alla Tozzi oppure come è accaduto a alla sede fiorentina di FDI. Il tutto generalmente nell’indifferenza di quella Sinistra istituzionale che si fa vanto continuamente di difendere la democrazia contro presunti fascismi.
Ebbene, l’unico fascismo è il loro. Bisogna che qualcuno lo dica chiaramente
Giusto pochi giorni fa la stessa Giorgia Meloni lamentava giustamente un imbarbarimento del clima politico in Italia che si riverbera anche sui territori dove in particolare Fratelli d’Italia e Lega sono vittime di aggressioni e danneggiamenti a sedi, banchetti, manifesti ecc. E non da ora .
Sarebbe perciò sbagliato sottovalutare questo pericolo rappresentato da chi evidentemente non ha nelle proprie corde il principio di tolleranza democratica.
Curioso infatti che chi dice di battersi per l’inclusivita’ di tutti fino a sdoganare esperimenti sociali di dubbio gusto, non riesca a contenere spinte estremistiche in danno all’avversario politico.
Perché, in fondo, parliamoci chiaro, se sei di destra, un atto vandalico contro di te non è poi così sbagliato (questo dice il retropensiero di certi ambienti).
Non siamo lontani dall’ “uccidere un fascista non è reato”. Oggi non ci sono i fascisti né grazie a Dio vengono uccise persone, ma l’ostilità contro chi è di destra rimane la medesima nel frame mentale dei suddetti ambienti
Ne possiamo dedurre che se la destra istituzionale ha ampiamente fatto i conti con la propria Storia e si è affrancata da ogni tendenza violenta, a sinistra questo percorso non è mai stato fatto, quantomeno non compiutamente.
Il principio per cui “non sono d’accordo con ciò che dici ma darò la vita affinché tu possa esprimerlo” rimane sulla carta, una retorica vuota che si piega alla convenienza del momento.
E oggi che la sinistra è in piena crisi di identità, per vincere la quale si getta anima e corpo dell’estremismo, occorre stare attenti a certi rigurgiti fascisti (rossi)
Oggi è un manifesto strappato o una sede imbrattata, domani chissà?
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