È tempo di destra

La corazzata di centro-destra appare inarrestabile

È tempo di destra. Non esiste sondaggio che non lo dica. E se i sondaggi sono letti con attenzione ci si accorge, che le speranze del campo avverso sono praticamente nulle.La Destra è in netto vantaggio.

Letta alle strette

Enrico Letta ha affermato di volere un Pd come un quadro di Van Gogh, con colori netti. Ma il problema è che se esiste qualcosa di indefinito è proprio il Partito Democratico. Qualcosa che cerca bilanciamenti impossibili tra idee di sinistra laica, cattocomunismo, centrismo ed addirittura battaglie civili di eredità radicale. Il tutto condito dal fatto che il Partito Democratico tende ad essere anche un partito fortemente conservatore dal punto di vista del potere. Innovativo nei toni, consociativo nelle dinamiche.

Ora il segretario deve scegliere per poter costruire il suo campo largo. Ma è un campo largo già dagli orizzonti limitati. Non è possibile l’alleanza con Conte, salvo perdere definitivamente la faccia.

Dunque il campo largo si riduce all’avvicinamento di alcuni satelliti di estrema sinistra ed ad un corteggiamento serrato con Calenda e Renzi. Da un punto di vista pratico si fatica ad agguantare sette punti percentuali.

Ancor più critico il fatto che ad esempio nel caso di Carlo Calenda, la forza sta nell’essere un elemento di rottura. Un’alleanza con il Partito Democratico potrebbe penalizzarlo .

Il vantaggi del centrodestra anche con un simile scenario, è molto più forte,ci sono all’incirca 12 punti a detta dello stesso Corriere della Sera.

La forza della Meloni

È particolarmente complesso attaccare  Fratelli d’Italia. Soprattutto perché bisogna attaccare un leader che, se ne condividano o non se ne condividano le idee, non può essere tacciato di incoerenza.

Negli anni del governo Draghi ha scelto l’opposizione. Opposizione fatta comunque senza toni eccessivi. Determinata, ma ragionata e dialogante. Addirittura a volte sembravano meno ragionevoli partiti di governo di lei. Ma sempre con la richiesta di elezioni.

Gli attacchi alla leader sono inefficaci. Addirittura studiosi come Ernesto Galli della Loggia, hanno sottolineato l’errore di gridare al pericolo di ritorno al fascismo. Non ci crede nessuno. Se non i pochi ideologizzati, che il PD non ha bisogno di conquistare per fare la differenza, li ha già.

D’altro canto la demonizzazione la premia. Anche perché la meloni mantiene toni pacati ed atteggiamento responsabile. Paradossalmente attacchi violenti, legittimano ancora di più la sua statura di leader in questo modo.

 

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