E’ arrivato in Italia “Naked attraction”, il partner si sceglie dai genitali…

NAKED ATTRACTION

Naked Attraction – Quando mesi fa mi hanno detto che il nudissimo dating show inglese Naked Attraction (tu dirai cos’è?) sarebbe arrivato anche in Italia senza censure (dal 16 giugno è su Dplay Plus), ho gioito. Te la faccio breve: tizio decide di uscire con caio scegliendo tra sei “full-frontal”, cioè sei corpi completamente nudi senza parti pixelate. Niente interazione, niente scene porno, niente sesso esplicito. Alcuni diranno, e hanno detto, che è una trasmissione superficiale, che è una scemenza, che è una roba da guardoni, il punto più alto della decadenza dei costumi, è il trionfo della pornografia.

In UK è alla sesta edizione

Invece, Naked Attraction (che in UK è alla sesta stagione sul canale pubblico Channel 4, sempre il più audace, e ha fatto il 10% di share) è la trasmissione che fa bene a tutti, e che tutti tutti dovremmo guardare. Dietro il cazzeggio e la semplicità del plot, e il fatto che ok magari è davvero una trasmissione da guardoni e che certamente segue la scia del porno amatoriale con persone vere, ecco dicevo dietro tutto questo è comunque uno show educativo e inclusivo. Magari guardalo da sola, con le amiche o con il moroso, ma non con mamma e papà perché potreste essere turbati, tu e loro, dallo scoprire le preferenze sessuali dell’altro.

Si svolge più o meno così: il concorrente (femmina, maschio, transessuale, gender fluid, bisessuale, gay, etero, insomma la qualunque) sceglie con chi avere un appuntamento romantico tra 6 pretendenti (femmina, maschio, transessuale, gender fluid, bisessuale, gay, etero, insomma la qualunque, ma scelti tenendo conto delle indicazioni del concorrente). Questi 6 pretendenti sono muti, completamente nudi, inseriti in cubicoli colorati. Appena il gioco inizia, la tenda che copre i genitali si alza, petto e faccia rimangono coperti:

“Ti sei mai trovata di fronte a sei peni?

“Ti sei mai trovata di fronte a sei peni?”, è la domanda tipica della conduttrice bisessuale Anna Richardson. Il concorrente si avvicina ai cubicoli per “vedere meglio” e commenta con la Richardson peni e vagine e fa la sua scelta eliminando gradualmente i concorrenti, che poi svelano l’intero corpo e il viso. Il tutto viene inframmezzato da grafiche educative su questo o quell’altro fatto sul sesso (i peli, gli ormoni, eccetera).

Si arriva con i due ultimi pretendenti, nudi, ormai fuori dal cubicolo, di fronte al concorrente, questa volta anche lui nudo, che fa la scelta finale. Baci e abbracci, i due si vedranno vestiti a un primo appuntamento e dopo qualche settimana racconteranno com’è andata, se si sono trovati bene, se il corpo ha avuto ragione oppure no. Fine.

Dentro i cubicoli di Naked Attraction

Che Naked Attraction sia una trasmissione inclusiva lo si capisce subito: i concorrenti sono grassi, magri, bassi, alti, belli brutti, tatuati, vecchi, giovani, con arti artificiali, reduci da malattie. In più tra pretendenti e concorrenti, viene rappresentato qualunque tipo di orientamento e preferenza sessuale e qualunque identità di genere (o non genere). Per esempio, una concorrente transessuale ha voluto pretendenti trans ed etero, mentre una ragazza bisessuale ha scelto tra uomini e donne, un altro ancora si è dichiarato feticista dei piedi. Insomma, chiunque guardando dentro i cubicoli di Naked Attraction, può vedere sé stesso, ed educare sé e gli altri all’accettazione.

Ok, forse i pretendenti saranno esibizionisti (non ricevono compenso per apparire nudi), ma in fondo che male fanno? L’educazione più grande, però, è quella alla voce del corpo: se davvero potessimo scegliere il nostro partner come facevamo quando eravamo poco più che bonobi, osservando e annusandoci i genitali, forse davvero faremmo scelte migliori. E del resto anche il tantra ci insegna che esistono tre tipologie di peni e di vagine, e che solo gli incastri magici tra quel pene e quella vagina, producono il sesso migliore.

Ora non dico di riempire Tinder di foto di peni e vagine (come se non succedesse già!), ma una via di mezzo ci sarà, forse. In fondo, come dice una concorrente: “Siamo tutti nudi e nessuno è perfetto. Tanto vale accettare godersi la vita”.

 

Maria Elena Barnabi per www.cosmopolitan.com/it

 

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