Droni su Mosca. L’alba dell’escalation

Droni su Mosca. L’alba dell’escalation.

Non ha molta importanza, se i droni che hanno colpito il Cremlino fossero realmente ucraini. Di questo se ne occuperà si spera la storia. Ora conta solo quello che può succedere . E probabilmente ci sarà un’escalation.

La mano leggera di Mosca

Che la stampa, in Italia come all’estero, si mostri, in larga parte, pedissequa alla narrazione ufficiale della Casa Bianca, bisogna aspettarselo. Non deve stupire nessuno. Ormai la libertà di informazione, è soltanto una chimera.

Però ci sono spazi informativi, che mettono a nudo la verità. Comunque le storie dopo si vengono a conoscere nella loro completezza. E noi dobbiamo prendere atto del fatto che la Russia non sta usando tutta la sua potenza. Anzi la Russia sta usando una minima parte della sua potenza.

Quando si è trattato di combattere l’Isis in Siria, l’aviazione russa ha spianato centinaia di chilometri di territorio. Intere città sono state praticamente ridotte a macerie. Ma non lo sta facendo in Ucraina.

In Ucraina, ci sono bombardamenti mirati. Incursioni fatte con precisione chirurgica . Putin non può fare dell’Ucraina un campo di macerie, sarebbe nelle possibilità di Mosca in meno di un mese. La narrazione della grande resistenza Ucraina che ha impantanato il gigante, è più ridicola di quella di una ritirata ordinata a Kabul.

Un confine domestico

È molto leggero, il confine tra Russia e Ucraina . Qualunque cosa se ne dica per la Federazione Russa l’Ucraina è un confine domestico. Una parte vitale della propria area di influenza, o del proprio territorio storico.

Russi ed ucraini sono legati. Moltissimi russi, hanno parenti in Ucraina. Moltissimi russi sentono l’Ucraina come una parte di casa. Vladimir Putin non può certo ridurre l’Ucraina ad un cumulo di macerie senza che questo comporti un grande crollo del consenso interno.

Ma ancora di più i russi non possono distruggere industrie, vie di comunicazione, infrastrutture essenziali, se non in modo limitato. Fare dell’Ucraina una terra bruciata, totalmente da ricostruire, sarebbe un boomerang, per un paese che nei fatti la vuole annettere. O ne vuole annettere buona parte. La ricostruzione andrebbe in capo proprio a chi ha distrutto tutto.

Ma l’escalation ci può essere

Non sottovalutiamo però il fatto che, soprattutto dopo ieri, la Russia ha il pretesto per azioni ritorsive molto più forti. E non sottovalutiamo il fatto che, stiamo sempre parlando di una potenza nucleare che si sente aggredita, nella propria area di influenza strategica .Non possiamo attaccarci all’eterna speranza che la Cina decida di abbandonare Puntin.

Dobbiamo guardare in faccia la realtà, evitare una guerra nucleare limitata. L’unico modo per farlo: trovare una via di Intesa con la Russia.

Quale possa essere  non so. Probabilmente la neutralità dell’Ucraina permanente, e la perdita per quest’ultima di alcune sue aree. Sarà sempre meglio che cancellazione totale. O in caso di escalation non ho controllato la devastazione assoluta .

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