DPCM e pedonalizzazioni fanno chiudere i ristoratori. Parola di Vissani

I Ristoratori toscani denunciano una situazione che rischia di annullare un settore di eccellenza

Ristoratori

Il Covid-19 e, per gli esercizi dei centri storici, i continui divieti alla circolazione stanno mettendo in ginocchio i ristoratori toscani.

Qualcuno ha già chiuso la propria attività, altri lo faranno entro la fine dell’anno.

E’ il quadro drammatico che emerge da un’indagine effettuata dal gruppo Ristoratori Toscana, che rappresenta mille imprese a Firenze e 15mila in Toscana.

A soffrire maggiormente saranno i locali serali e i ristoranti, quelli che avevano già chiuso a pranzo per via dello smart working e che riuscivano ad andare avanti lavorando su più turni la sera, soprattutto del fine settimana.

Dello stesso avvisoGianfranco Vissani: “Fanno chiudere tutto e fanno morire i centri storici. Faccio un appello a Sergio Mattarella: sappia che la ristorazione sta morendo perché è stata uccisa”.

Niente turisti, cittadini in casa 

In questi giorni è stato fatto un sondaggio sui giudizi dati ai nuovi provvedimenti del governo.

Secondo il sondaggio, il 30% delle attività chiuderà, di questi il 5% solo per i mesi invernali in modo da riprendere l’attività a marzo.

Il 40%, di chi cercherà di resistere, soprattutto i ristoranti che si trovano nelle periferie, ma avranno una perdita del 30%.

Nei centri storici chiusi al traffico le perdite maggiori

È nei centri storici che si registrano le perdite maggiori.

Per colpa della cronica mancanza di turisti, certo. Ma anche per le chiusure illogiche al traffico privato che allontanano anche i cittadini da una cena al ristorante o una serata in un locale.

Gli imprenditori che lavorano nel centro storico denunciano cali di fatturato che con le nuove disposizioni raggiungeranno anche l’80%.

Il 97,6% dei pubblici esercizi boccia il Dpcm.

I punti che mettono maggiormente in difficoltà le aziende sono la chiusura a mezzanotte che, per il 35% degli intervistati equivale a perdere il secondo turno di lavoro, quello delle persone, soprattutto giovani, che al ristorante o in pizzeria arrivavano verso le 23.

E che giudicano comunque inutili ed addirittura controproducenti, in quanto concentreranno gli avventori in un lasso di tempo minore, creando rischi di resse ed assembramenti.

Per il 50%, al di là delle nuove direttive, sarà l’effetto paura a svuotare ulteriormente le strade della città.

Parla il portavoce dei Ristoratori Toscana

Per il portavoce del gruppo Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari “lo stop a mezzanotte per i locali non ha alcun senso, perché per evitare assembramenti l’unico modo è dilatare gli orari”.

 “Auspichiamo un credito di imposta o un fondo per le locazioni, oltre ad un aiuto per l’acquisto dei dispositivi di sicurezza, visto che nel decreto agosto c’è il credito di imposta per gli hotel fino a dicembre su cui però non rientrano i ristoranti”.

Ci sembra assurdo che a pranzo non ci siano limiti e per la cena sì. Vorremmo che anche il cliente che arriva poco prima di mezzanotte possa mangiare in tranquillità”, aggiunge Naccari.

Ricordiamo che molti di noi hanno chiuso a pranzo e che durante la settimana il lavoro è calato drasticamente”, prosegue il portavoce del gruppo, che chiede anche “una limitazione delle tavolate ed il pagamento non alla cassa, ma al tavolo, così il cliente si alza solo per andare in bagno”.

Inoltre, conclude, “il limite dei 5 milioni di fatturato è stato eliminato a tutte le categorie tranne che alle attività di ristorazione. Per questo proponiamo che nella conversione del decreto siano inserite anche le attività di somministrazione”.

 

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