Differenza entrate uscite dello Stato italiano? Chiedilo a Google e forse ti risponde patrimoniale!

entrate uscite

Il bilancio dello stato è fatto da molte voci, poche entrate e molte uscite.

In entrata, tema su cui torneremo, ci sono tutte le tasse che i cittadini pagano, di tipo diretto sulla produzione della ricchezza. O indirette quali quelle come l’IVA sul consumo della ricchezza prodotta. Ma di classificazioni sia giuridiche che teoriche ve ne sono molte, di sicuro sono tasse imposte dallo stato in modo da raccogliere fondi per sostenere la spesa pubblica.

Quale spesa pubblica? Nazionale, come per esempio la spesa per far funzionare le strutture centrali dello Stato, per trasferire i fondi alle Regioni per il funzionamento della Sanità o del Trasporto Pubblico Locale. Oppure per l’intervento pubblico nell’economia, od anche per la protezione civile, o le pensioni, o l’assistenzialismo per le persone che sono momentaneamente in difficoltà ed infine per la scuola, l’istruzione. Regionale e comunale, per sostenere i territori locali, con la selezione degli interventi di spesa proprio vicino alle comunità.

Quindi spendere non è mai una cosa negativa. La spesa può pure dividersi tra spesa per gli investimenti, tanto cara a J.M. Keynes, spesa che nei periodi di alta disoccupazione uno Stato deve sostenere per migliorare il sistema tramite opere pubbliche. E J.M. Keynes considerava questa spesa non perenne, ma rapida, tale da sostenere il sistema economico in periodi di recessione. Insomma va bene costruire l’autostrada (tirreno – adriatico?) ma non va bene che per costruirla ci si metta 30 anni. Dunque spendere per investire, ed anche spendere per funzionare, la spesa corrente, per dar la carta agli uffici periferici che la usano per farci le fotocopie, oppure per dare il carburante a chi ci protegge ogni giorno dalla malavita organizzata e dai tanti delinquenti che purtroppo ci sono nel nostro Paese.

Lo Stato italiano è un capofamiglia con le mani bucate

Se lo Stato Italiano fosse una famiglia o un’impresa, avrebbe un capitale di dotazione immenso, infinito: storia, arte, fantasia, capacità creative, una cucina meravigliosa, santi, navigatori, poeti… città e cittadine uniche. Ancora mi stupisco quando vado a giro per l’Italia e vedo questa meraviglia di paese. Gli altri non hanno questo capitale di dotazione così variegato e così di altissima qualità tanto che il nostro lifestyle è imparagonabile.

Però questa famiglia Italia probabilmente avrebbe un capofamiglia che sperpera i propri denari in una organizzazione burocratico amministrativa complicatissima ma soprattutto costosissima: per lavare infatti la tazzina di caffè, il capofamiglia ha imposto la compilazione di un modulo, che va controfirmato da due autorità delegate e deve avere il visto pure dell’autorità di vigilanza! Non solo, il contratto di fornitura dell’acqua è segregato presso l’ufficio di presidenza del capofamiglia e quindi, non si capisce né se l’acqua viene calda o fredda, né a che ora del giorno viene.

Bando alle chiacchiere e torniamo non tanto alla spesa pubblica, che mi riservo di analizzare in un altro intervento, quanto alle entrate.

Abbiamo un codice tributario incomprensibile

Gli italiani hanno pure nel loro capitale di dotazione fior fiori di professionisti: commercialisti ed avvocati tributaristi. Tutti tesi nell’interpretare le norme tributarie che nascono nel nostro paese come la gramigna nasce in un campo incolto. Sono moltissime. Io stesso ho selezionato solo alcune che mi interessano per lavoro, mentre le altre le dò per perse.

Ebbene abbiamo fior fiori di tributaristi dicevo che però sul lato entrata, che per legge dello Stato deve coprire la spesa per arrivare al pareggio di bilancio, lasciano spazio ad una moltitudine di tasse che fanno lavorare una sacco di persone: sia alla agenzia delle entrate, sia tra i tributaristi italiani. Per colpa della loro interpretazione. Traduzione del significato letterale ed applicazione.

Non solo sono moltissime, ma tutte complicatissime tanto che è mia personale opinione, occorre rifare il codice tributario delle tasse copiando letteralmente quello tedesco o francese, dopo una moratoria di tre anni. Ed a ben vedere non solo copiando quello ma pure copiando l’organizzazione dello Stato per ripartire un giorno in un modo più normale. Perché così non è normale. Il diluvio normativo di questo paese, tributario e non è una cosa insopportabile!

Quali entrate? Imposte sul reddito delle società? Giusta, ma con mille eccezioni e tipologie. Imposta sul reddito delle persone fisiche? Giusta, ma con mille eccezioni. Imposta sul valore aggiunto? Giusta! Mica tanto a certe aliquote.

Per incentivare il consumo di un bene o servizio, un IVA superiore al 20% del valore aggiunto, arricchisce lo Stato, ma alle lunghe impoverisce  il sistema. Che poi arricchisce… ma anche no. Visto che questi soldi vengono utilizzati per la spesa corrente, di norma, e non si capisce perché lo Stato paghi merce uguale a prezzi diversi a seconda della latitudine.

Imposta di bollo? Uhm giusta? Forse per qualche atto è pure giusta, ma pensate agli 8 euri (scritto così volutamente) che ogni trimestre il vostro conto corrente “dona” allo Stato. È giusta? La vogliamo chiamare mini tassa patrimoniale sui conti correnti bancari? 32 euro l’anno di imposta di bollo!

Imposta municipale sugli immobili? Giusta. C’è in ogni paese del mondo, quasi, via, non proprio in ogni paese, ma è un’imposta giusta e se il fisco/catasto funzionasse meglio sarebbe ancora più giusta. Infatti chi risiede in un appartamento catastalmente A1 abitazione di lusso, deve pagare di più. Anche se poi con un catasto che non funziona, quell’appartamento di 100 mq, senza garage, non viene revisionato al ribasso come categoria catastale perché non più di lusso, mentre la colonica ristrutturata con la piscina è immobile rurale e nei fatti l’Imu non la paga.

Imu, una imposta patrimoniale che si abbatte sul patrimonio abitativo delle prime case (solo A1, ma quali sono le A1?) e delle seconde case (tutte?).

Art. 53 della Costituzione. Morto e sepolto

Non voglio continuare con questo elenco di imposte. Dico solo che il nostro legislatore ha perso da tempo l’obiettivo dell’articolo 53 della nostra Costituzione: partecipare alla spesa pubblica in ragione della propria capacità contributiva. In modo proporzionale a quanto si ha. Un principio semplice che però sembra essere dimenticato.

Ebbene nel raccogliere tutti questi denari, non si fa pari con la somma di questi tre elementi con la spesa: spesa corrente, spesa per investimenti e spesa per rimettere i debiti fatti.

Siamo in deficit. Questo capofamiglia necessità di un aiuto. E l’aiuto lo danno le banche.

L’Italia ha bisogno di aiuto finanziario perché con il Covid, in una situazione finanziaria disastrosa, ha fatto nuovamente debito. Senza tagliare la spesa. Quindi la nostra spesa pubblica, salita in modo vertiginoso, non è più sostenibile dalle nostre entrate (le tasse che ci hanno chiesto fino ad oggi), e non lo è da tempo.

“Forse adesso si capisce perché quel bollo sul conto corrente fa comodo, “magari fosse a 10 euri, o 15!”, oppure quella casa piccola A1 che non deve essere declassata, e poi, perché gli italiani non pagando l’imposta sulla prima casa in generale, adesso devono mettersi nell’ordine di idee che la dovranno pagare.”

Il capo famiglia di questa famiglia è strano. Ecco cosa gli potrei consigliare: “Provvedi a tagliare la spesa pubblica, incentiva i tuoi figli a trovare/creare lavoro per aumentare le entrate, razionalizza il processo per fare le cose, snellisci la burocrazia, elimina definitivamente dal bilancio dello Stato mance e mancette. Vai a prendere i soldi a chi può darteli, tipo le imprese di e-commerce multinazionali.”

Invece li prende a noi cittadini onesti. Ai 5 milioni di poveri per i quali l’aliquota IVA è una tassa vera.

“Il popolo ci può e ci deve dare di più. E ce lo darà. Senza un’ora di protesta e senza un’ora di sciopero.“

Il nostro è un popolo ricco. Di fantasia. Tra poco saremo meno ricchi, perché ci tasseranno anche quella!

 

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