Davide Astori non è un ricordo, è una presenza

Players and supporter pay tribute to late Fiorentina's captain Davide Astori on March 11, 2018 during the Italian Serie A football match Fiorentina vs Benevento at the Artemio Franchi stadium in Florence. Italian player Davide Astori likely died on March 4, 2018 in his hotel room from a cardiac arrest linked to the slowing of his heart rate following the initial results of his autopsy. / AFP PHOTO / Claudio Giovannini (Photo credit should read CLAUDIO GIOVANNINI/AFP/Getty Images)

 

“Per noi Davide NON E’ UN RICORDO che si attenua o si riaccende a seconda delle circostanze, semplicemente perché Davide non è un ricordo: Davide è una PRESENZA”.

A un anno dalla morte del figlio Davide, Anna e Renato Astori hanno affidato a Sky una lettera letta da Gianluca Di Marzio in diretta a Sky Calcio Show.

Per commemorare Davide Astori, capitano della Fiorentina scomparso il 4 marzo 2018, in occasione di tutte le gare della 26/a giornata di Serie, al minuto 13 è stata proiettata sui maxischermi degli stadi una foto del giocatore.  “Il ricordo di Davide è sempre vivo in tutti gli appassionati di calcio – ha commentato il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè -, dedicargli un applauso significa rendere omaggio ad un grande uomo e ad un grande capitano, straordinario esempio di correttezza e lealtà sportiva dentro e fuori dal campo”.

Un anno fa la scomparsa di un grande campione. Il capitano della Fiorentina Davide Astori è morto il 4 marzo 2018 in albergo a Udine, mentre era in ritiro con la squadra in vista della partita con l’Udinese. Aveva 31 anni. Una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro la causa del decesso del difensore della Nazionale.

Quel triste giorno. Una morte fulminea, lo choc e il pallone si ferma in segno di rispetto. La tragedia della scomparsa improvvisa, a soli 31 anni, del capitano della Fiorentina e azzurro, travalica la semplice perdita del campione e accomuna per un giorno tutto il mondo del pallone e dello sport, unito e abbracciato come solo il lutto e il sentimento sono capaci di fare. Il capitano viola se ne è andato nel sonno, trovato morto nella camera dell’albergo “La’ di Moret” a Udine dove si trovava con la squadra per giocare alla ‘Dacia Arena’. L’ultima persona che lo ha visto ieri sera è stato il portiere Sportiello, intorno alle 23.30. 

 

Astori la mattina non si è presentato a colazione e alle 9.30, non vedendolo il massaggiatore è salito nella sua camera, trovandolo però già esanime. 

Dall’ex ct Prandelli che lo portò in nazionale, al Cagliari che lo ha valorizzato, passando per tutti i club di A e B, sono stati innumerevoli i messaggi di affetto in ricordo di Davide (‘Ciao capitano, per sempre con noi’, l’affettuoso striscione affisso allo Stadio ‘Franchi’). Se ne va un giocatore protagonista da dieci anni del calcio che conta: dalla Primavera del Milan al salto in Serie A, a 21 anni con la maglia del Cagliari prima, di Roma e Fiorentina poi, dove era diventato capitano e punto di riferimento nello spogliatoio. Dopo Giuliano Taccola, Renato Curi, Piermario Morosini, tanto per citare altre morti assurde, il calcio piange non solo il professionista esemplare, il bravo calciatore ma, per dirla con Gigi Buffon, soprattutto “una persona perbene, un esempio”.

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