DANIELE GATTI AL MAGGIO MUSICALE: una domenica nel segno di Stravinskij e Prokof’ev

Prosegue l'ottantasettesimo festival con la musica russa del Novecento: la sinfonia in do e la bellissima cantata Aleksandr Nevskij

Daniele-Gatti-e-lOrchestra-del-Maggio-Musicale-Fiorentino-©-Michele-Monasta-Maggio-Musicale-Fiorentino ( fonte ufficio stampa MMF)

Un grande e graditissimo ritorno per il Maggio Musicale Fiorentino: quello di Daniele Gatti, fino allo scorso anno direttore principale del nostro teatro e attualmente della Sächsische Staatskapelle Dresden , una delle orchestre più antiche e prestigiose del mondo. Si può dire senza tema di smentita che la figura di Gatti ha inciso profondamente nella storia e nel retaggio musicale della nostra città; e ritorna ancora una volta con quel repertorio che ha ampiamente approfondito nel suo proficuo soggiorno fiorentino, ovvero il Novecento musicale (europeo e non solo) anche se le sue interpretazioni memorabili non si limitavano e non si limitano certo al “secolo breve”.

Domenica 11 Maggio alle ore 20 (sala Zubin Mehta) Gatti dirigerà l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nell’esecuzione della Sinfonia in do di Igor Stravinskij e la cantata Aleksandr Nevskij op. 78 di Sergej Prokof’ev.

Composta tra il 1938 e il 1940, la sinfonia in do di Stravinskij, dedicata all’Orchestra Sinfonica di Chicago per il suo cinquantesimo anniversario di fondazione, fu eseguita il 7 novembre 1940 diretta dal compositore in persona.  Strutturata in quattro “classici” movimenti (Moderato alla breve, Larghetto concertante, Allegretto, Largo Tempo giusto, alla breve) la sinfonia presenta due distinte sezioni stilistiche; i primi due movimenti, composti in Europa, si presentano più “tradizionali “ per struttura ritmica e armonica;  gli ultimi due sono caratterizzati da frequenti cambiamenti di ritmo e assai più cromatici. Si tratta di un esempio di quel “neoclassicismo” stravinskiano che ebbe tanta fortuna negli anni venti e trenta del secolo scorso, caratterizzato da un deciso ripristino della tonalità in contrapposizione, almeno parziale, dello sperimentalismo giovanile dei balletti del primo decennio del secolo; e un ritorno, almeno apparente, alle forme della musica preromantica, barocca e classica (concerti, concerti grossi, sinfonie …). Non si tratta però di un ritorno al passato fine a se stesso, ma alla luce di innovazioni e rielaborazioni armoniche, timbriche e ritmiche proprie del compositore.

La cantata per mezzosoprano, coro e orchestra Aleksandr Nevskij è una delle composizioni più celebri e affascinanti di Prokofiev. Nasce come colona sonora di un film: nel 1938 il compositore fu invitato dal regista Sergej Ejzenstejn a scrivere la colonna sonora per un film su Aleksander Nevskij, uno dei più popolari eroi della storia russa. Già vincitore nel 1240 nella battaglia della Neva combattuta contro un tentativo di invasione da parte degli Svedesi (da qui il soprannome Nevskij ) il principe Alexander Jaroslevic granduca di Novgorod (1220-1263) poi gran principe di Vladimir, venne ricordato nei secoli come “salvatore”, “difensore della Giustizia” o “Sole della Russia”. Ma ancora più clamorosa fu la sua vittoria del 1242 nella “battaglia dei ghiacci” combattuta nei pressi del lago Peipus: qui i soldati russi accerchiarono e sconfissero l’esercito dei Cavalieri Teutonici, affiancato dagli alleati Livoni e Danesi e comandato dal vescovo principe Hermann.  Narra la leggenda che il condottiero russo ordinasse ai propri soldati di levarsi le armature e di attirare il nemico sulla superficie  gelata del lago; e che qui i cavalieri teutonici sprofondassero a causa del peso delle loro corazze.

Prokof’ev compose la colonna sonora, durante il periodo delle riprese tra la primavera e l’autunno del 1938; era strutturata in 21 sezioni. Regista e compositore operarono in perfetta sintonia,  con un  metodo di lavoro puntuale e preciso; il musicista assisteva ogni sera alla proiezione privata delle scene girate durante il giorno, prendendo appunti sulle diverse sequenze e le loro durata e l’indomani, con puntualità assoluta, consegnava la partitura al regista all’ora stabilita. Il film fu proiettato per la prima volta il 1 dicembre di quell’anno, e già nel 1939 il compositore ne ricavò una cantata per mezzosoprano, coro e orchestra che diresse personalmente a Mosca il 17 maggio 1939 in occasione del 18 congresso del PCUS. L’esito fu influenzato dalle convulse vicende politiche del momento: il film fu ritirato dopo il patto Molotov- Ribbentrop stipulato il 23 agosto di quell’anno, ma la cantata ebbe un grande successo come opera patriottica e persino di propaganda stalinista, soprattutto dopo l’invasione tedesca della Russia.

La cantata fu pensata come una rielaborazione della colonna sonora del film: ci fu solo qualche piccolo taglio e una revisione di alcuni passaggi e dell’orchestrazione.  I sette movimenti in cui è strutturata sono:

Sebbene la composizione sia cantata in russo, il compositore usa il latino per il terzo e il quinto movimento, così come utilizza varie sezioni dell’orchestra e diversi stili di composizione per evocare nell’ascoltatore determinate immagini: abbiamo così uno stile dissonante, con ritmi meccanici e stridenti sonorità, nelle scene violenti che descrivono i crociati e soprattutto la celeberrima Battaglia sul ghiaccio; l’esercito russo, che è senza ombra di dubbio il “polo positivo”,  è evocato da uno stile tonale e caratterizzato dal canto popolare che riprende Mussorgski e  Borodin. . “Mi è sembrato giusto dare ai Teutoni non la musica della loro epoca, ma quella che noi immaginiamo oggi. Partendo dallo stesso principio ho lavorato sulla canzone russa, facendola ascoltare nella sua forma attuale, non come era settecento anni fa”, scrisse il compositore. ( fonte: https://www.flaminioonline.it/Guide/Prokofiev/Prokofiev-Nevskij78.html) 

I movimenti che compongono la partitura seguono così, sia pure in forma concisa gli avvenimenti narrati nel film, conservando intatta tutta la forza espositiva: gli episodi della cantata riproducono infatti le fasi fondamentali articolandosi secondo un piano narrativo facilmente comprensibile: la straordinaria magia della musica riesce a compensare l’assenza delle sequenze cinematografiche.  E sicuramente il maestro Gatti, che di Prokof’ev è fra i più autorevoli interpreti a livello internazionale, alla guida della “sua” straordinaria orchestra del Maggio saprà regalarci un’altra delle serate indimenticabili a cui ci aveva abituato. Il coro del Maggio è preparato e diretto da Lorenzo Fratini, solista il contralto Ksenia Dudnikova , fra i protagonisti dell’Adriana Lecouvreur che ha inaugurato l’83ª edizione del Festival

Programma – Domenica 11 maggio, ore 20, sala Zubin Mehta

Igor Stravinskij

Sinfonia in do

Sergej Prokof’ev

Aleksandr Nevskij op. 78

Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio 3

Artisti

Direttore

Daniele Gatti

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro

Lorenzo Fratini

Contralto

Ksenia Dudnikov

 

 

Exit mobile version