Dalla slitta al carro armato

Dalla slitta al carro armato

Il Natale, dal punto di vista religioso, è la festa annuale che commemora la nascita di Gesù, che secondo la narrazione riportata nel Nuovo Testamento è avvenuta a Betlemme.

Quando Giuseppe e Maria giunsero in città, la locanda non aveva posto e così fu loro offerta una stalla dove nacque, appunto, Gesù Bambino

Se invece, guardiamo il Natale da un punto di vista non avente carattere spirituale, questo rappresenta un’altalena di emozioni legate principalmente alla tradizione che si esplica attraverso pranzi luculliani, scambi di regali tra le persone care; insomma, quiete apparente che è destinata a svanire nel giro di pochi giorni.

Quindi il Natale rappresenta una mescolanza tra sacro e profano, cosi come lo sono, appunto, i suoi simboli: l’albero, allestito in casa o in luoghi pubblici, decorato con l’utilizzo di luci natalizie, palline, festoni, fiocchi e spesso una stella in cima per ricordare quella di Betlemme, ed il presepe o presepio, che dir si voglia, la cui invenzione è attribuita, secondo la maggioranza degli storici, a San Francesco d’Assisi, che per primo lo realizzò nel 1223, con il preciso intento di ricostruire la scena della Natività e dell’adorazione dei Magi.

La scelta tra l’albero e il presepe non esiste in quanto l’uno non esclude l’altro

Possiamo però affermare, in linea generale, che mentre l’albero è sempre più legato al fattore saldato al consumismo, il presepe è rimasto umilmente legato alla rappresentazione della natività, assumendo un significato più vicino al pathos, alla sfera emozionale.

Al di la della opportuna quanto necessaria premessa, veniamo ai fatti: a Modena Babbo Natale arriva con il carro armato

Nella città emiliana, più precisamente in Piazza XX Settembre, vivace anticamera di Piazza Grande, è stato posizionato, qualche giorno fa, un carro a(r)mato, con la r barrata volutamente, guidato da Babbo Natale, dove sono rappresentate anche le bandiere dei Paesi oggi in guerra, tra cui Israele e Palestina, realizzato dall’artista Lorenzo Lunati.

L’opera, come era prevedibile che fosse, ha suscitato notevole interesse ma soprattutto ha alimentato altrettante polemiche.

Nelle intenzioni dell’autore si è palesata, sin da subito, la possibilità che l’opera potesse rappresentare un simbolo di pace e libertà e non un terribile strumento di morte. A questa conclusione, però, non sono giunte, non solo tutte quelle persone che hanno inscenato, mettendo in atto, una forma di protesta di piazza, ma anche alcune forze politiche che dal punto di vista delle ideologie sono eminentemente agli antipodi come, ad esempio, Rifondazione Comunista e Fratelli d’Italia, passando per il movimento pentastellato.

Le distanze sono state prese anche dal Presidente della Provincia, Ferdinando Pulitanò, in quota Fratelli d’Italia

A nulla sono valsi i tentativi di giustificazioni della giunta cittadina, guidata dal Partito Democratico che ha parlato, facendo il paio allo stesso autore, di un’opera che invita le persone a riflettere.

A questo punto una considerazione è d’uopo: un carro armato in piazza, veicola, sicuramente, un messaggio ambiguo in un momento in cui non possiamo permettercelo.

Le condizioni storiche non ci consentono di avere questa doppiezza di significato

Il messaggio dovrebbe e deve essere univoco. E’ necessaria una cultura della pace che va costruita dal basso e all’interno della nostra quotidianità; una cultura della pace fatta di gesti, anche piccoli, ma che ci rappresentano insieme a quei valori che abbiamo l’obbligo di trasmettere alle future generazioni.

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