Dal voto online alla svendita offline: il M5S "ratifica" Giani

Dal voto online alla svendita offline: il M5S “ratifica” Giani sulla piattaforma dei miracoli

Il professor Giuseppe Conte deve avere un certo gusto per l’ironia involontaria, o forse per la satira.

Altrimenti non si spiega come possa annunciare, con aria soddisfatta, che il MoVimento 5 Stelle in Toscana sosterrà Eugenio Giani alle prossime elezioni regionali

Sì, proprio lui: l’icona del potere immobile, l’emblema di quella politica di palazzo che i grillini dicevano di voler rottamare.

Il “mandato” è arrivato, ancora una volta, dalla solita piattaforma telematica. Oggi si chiama SkyVote, ieri Rousseau, domani forse sarà il televoto del Grande Fratello.

Ma il copione è sempre lo stesso: numeri precisi, voti “certificati”, zero trasparenza. Secondo i dati ufficiali, 1.538 iscritti avrebbero detto sì al sostegno a Giani, mentre 1.030 avrebbero preferito correre da soli.

Un risultato tirato per i capelli che, in qualsiasi altro partito, avrebbe acceso riflessioni

Qui, invece, si trasforma magicamente in linea politica.

Ma davvero qualcuno pensa che questo sistema rispecchi la volontà reale della base grillina? Possibile che nessuno noti quanto sia opaca, pilotabile e ormai grottesca questa pseudo-democrazia digitale?

Possibile che si accetti senza fiatare che un movimento nato per combattere il potere, finisca per piegarsi ad esso grazie a un clic in un sistema che nessuno può verificare?

C’è una parte viva del MoVimento che queste domande se le fa

E che continua a gridare — spesso inascoltata — “Meglio soli che male accompagnati. Mai con partiti di potere incancreniti.” Una parte che ancora crede nel rifiuto del compromesso, nella coerenza, nel valore della rottura con il sistema. Una parte che oggi si sente umiliata, tradita, usata.

Ma la verità è che il problema è più profondo. Non riguarda solo il metodo del voto, ma anche il merito della scelta. Che cosa c’entra Eugenio Giani con il MoVimento 5 Stelle?

Per anni, i 5 Stelle hanno costruito la loro identità in contrapposizione a figure come Giani.

Il professionista della politica, l’uomo di tutti gli incarichi, il sopravvissuto di tutte le stagioni

L’esatto opposto del cambiamento. Il simbolo di quella “scatoletta di tonno” che i grillini promettevano di aprire. Oggi quella scatoletta la portano in dote. E la offrono, senza batter ciglio, a colui che fino a ieri rappresentava tutto il marcio della “vecchia politica”.

Non solo. Si uniscono a lui anche su temi dove il contrasto è netto: aeroporto, grandi opere, termovalorizzatori. Tutte questioni sulle quali il Movimento, almeno in apparenza, aveva detto “no” in maniera categorica. Ora, invece, ci si accomoda. Senza neppure la dignità di un confronto aperto. Senza il coraggio di dire che si è cambiata idea.

Ecco allora il vero capolavoro gattopardesco: cambiare tutto per non cambiare niente.

Il MoVimento che doveva scardinare il sistema, oggi ne è parte integrante

Quelli che volevano “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” sono finiti nel menù di chi il potere lo gestisce da una vita. E il voto online? Solo la foglia di fico, la messinscena, l’illusione di una partecipazione che ormai serve solo a ratificare decisioni già prese altrove.

Ai posteri l’ardua sentenza. Ma agli elettori resta il diritto — e il dovere — di smascherare la farsa. E di dire chiaramente che questa non è democrazia. È una piattaforma di comodo, al servizio di una resa senza onore.