Da domenica la Toscana torna rossa. Di vergogna

Il "modello italiano" non esiste e il governo allarga le regioni in lockdown trattando Giani con sufficienza, che si dice "amareggiato e sorpreso"

Toscana

Da domenica Toscana in zona rossa.

Questo il verdetto del Ministero della Salute di concerto con il comitato tecnico scientifico.

I positivi e purtroppo i morti per Covid non accennano a diminuire, anzi ed il tanto decantato “modello italiano” ormai si rivela solo come una comoda montatura giornalistica.

La verità è che per mortalità del virus ogni milione di abitanti, siamo secondi solo a Cechia, Belgio e Svizzera, ben al di sopra dei tanti vituperati Brasile e Usa.

Di nuovo in lockdown 

Le regioni rosse diventano sette: al momento le zone rosse sono Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Valle d’Aosta.

Alla lista attuale si aggiungono da domenica Campania e Toscana, in base ai dati della settimana dal 2 all’8 novembre.

Le Regioni in zona arancione salgono a 9 mentre 5 restano quelle in zona gialla.

La lista, una volta confermata dal Cts, sarà firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza in serata.

Non si potrà uscire di casa se non autocertificando i soliti noti motivi di lavoro, necessità e salute.

La decisione è ufficiale, dopo la telefonata del ministro della Salute Speranza al presidente della Regione Eugenio Giani con il quale la Toscana è stata informata della scelta.

Giani come Biden

Già una scarna telefonata a giochi già chiusi.

Diciamoci la verità, che tutti sanno, Eugenio Giani non conta nulla.

Nessuno lo ha avvertito, nessuno ha chiesto il suo parere.

Si annovera agli ultimi posti per influenza dei presidenti di regione, se non all’ultimo, è stato candidato per pescare voti al centro e rubacchiarne qualcuno ai tanti di centrodestra che lo conoscono per una brava persona e per averlo conosciuto nelle cerimonie dove era onnipresente.

Cerimonie e buffet.

Al pari dell’ottuagenario candidato democratico Joe Biden, Giani è stato utile al momento giusto, una figura rassicurante per coprire la litigiosità e la paura di perdere del Pd.

Ora lui è il Governatore, ma chi comanda è l’apparato.

Personalmente non ritengo giusto nemmeno parlarne male, è sicuramente una persona di cultura ed un brav’uomo, ma, è evidente, che è solo un presidente di facciata.

Le poltrone in giunta regionale stanno aumentando a livelli esponenziali, c’è voluto un mese per avere la lista dell’esecutivo toscano.

Una spartizione che avrebbe fatto arrossire il democristiano Cencelli.

Una Toscana rossa di vergogna

E ora ad arrossire è anche la sanità di “eccellenza toscana”.

In Toscana sono 74.330 i casi di positività al coronavirus, oggi 2.478 in più rispetto a ieri.

I nuovi casi sono il 3,4% in più rispetto al totale del giorno precedente.

Sono 8.687 i soggetti testati (escludendo i tamponi di controllo), di cui il 28,5% è risultato positivo.

A questi si aggiungono i 2.318 tamponi antigenici rapidi eseguiti oggi. Gli attualmente positivi sono oggi 50.129, +2,5% rispetto a ieri.

I ricoverati sono 1.921 (12 in più rispetto a ieri), di cui 265 in terapia intensiva (9 in più).

Oggi si registrano 55 nuovi decessi: 28 uomini e 27 donne, con un’età media di 85 anni.

Dopo le polemiche delle mancate assunzioni di operatori sanitari a fronte comune promessa di moltiplicazione dei posti letto Covid, questi numeri e la decretazione del governo in merito al lockdown in Toscana giunge come un fulmine a cielo sereno dopo appena tre giorni di zona arancione. Senza alcun preavviso.

Nemmeno al suo mite e remissivo Presidente, che pochi giorni orsono si è dimenticato della sua appartenenza politica e ha partecipato al sit-in di protesta dei ristoratori contro i provvedimento del governo.

Avevano apparecchiata in Piazza Duomo e lui, si sa, non si può far sfuggire certe ghiotte occasioni.

Sono sorpreso ed amareggiato

Eugenio Giani, si è definito amareggiato e sorpreso dalla decisione, una decisione con cui non si trova d’accordo.

Qualche giorno fa annunciai che la Toscana era in zona arancione, con la serenità di annunciare provvedimenti giusti, stavolta a questa decisione che annuncio corrispondono un sentimento di sospresa e di amarezza, perchè vedo che negli ultimi giorni i dati tendevano ad un cauto ma oggettivo miglioramento oggi non mi sarei aspettato che il Cts (Comitato tecnico scientifico) prendesse questa decisione.

Mi sento sorpreso e amareggiato perchè i dati valutati sono quelli dall’1 all’8 di novembre, oggi siamo al 13, e la zona rossa entrerà in vigore domenica, e che si debbano subire misure così restrittive per dati passati, non so se sia la cosa migliore.

Oggi la Toscana si trova in una situazione in cui il dato del Rt è in miglioramento, non è in crescita come lo era la settimana scorsa, i dati ora sono leggermente discendenti. 

Ho espresso questi sentimenti al Ministro, voglio essere sincero, sono un uomo delle istituzioni e rispetterò le decisioni ma quando non si condividono è giusto dirlo.”

Cosa (non) si potrà fare in Toscana

Dopo tre giorni di arancione la Toscana passa al colore rosso, quindi, quello che dipinge la situazione più grave.

Tra gli indicatori che hanno determinato il passaggio c’è anche il repentino aumento del numero dei morti.

La settimana che viene valutata è quella tra il 2 e l’8 novembre, come abbiamo ricordato.

Ecco come cambieranno le nostre abitudini.

Le principali novità sono la chiusura di tutti i negozi salvo alimentari, farmacie, tabaccherie, edicole (ma anche i parrucchieri sarebbero aperti) e soprattutto il divieto di circolazione anche all’interno del proprio comune se non per giustificati motivi di lavoro, salute, studio o necessità (con autocertificazione).

Inoltre l’attività motoria come le passeggiate sono ammesse solo nei pressi di casa e da soli.

Tra i motivi consentiti per uscire anche quello di portare i bambini a scuola.

Per quanto riguarda la scuola scatta la didattica a distanza a partire dalla dalla seconda media.

Rimangono aperte scuole dell’infanzia, scuole delle elementari e prima media.

Rimangono chiuse le università, salvo specifiche eccezioni.

Negozi chiusi

Tutti i negozi vengono chiusi tranne alimentari, farmacie, tabaccherie, edicole, parrucchieri.

Solo asporto e consegna a domicilio per bar e ristoranti, fino alle 22.

Rimarranno aperti anche i supermercati.

Cinema e teatri, oltre ai musei, restano chiusi.

Così come rimangono chiuse le palestre e le attività di bingo e scommesse, anche se si tratta di corner all’interno di tabaccherie e bar.

Per i mezzi di trasporto pubblico sarà consentita una capienza al 50%.

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