Da Bomber a Ovosodo intervista a Pietro Fornaciari

Da Bomber a Ovosodo intervista a Pietro Fornaciari

Pietro Fornaciari, attore livornese versatile ed estroverso. Conosciuto al grande pubblico per il ruolo di Nedo Mansani, babbo di Piero in Ovosodo. Nella sua lunga carriera ha lavorato con Bud Spencer, Manuela Arcuri, Massimo Ceccherini, Maria Grazia Cucinotta,Giancarlo Giannini e tanti altri.

Livornese guascone, profondamente legato alla sua città e anche sceso in campo politicamente qualche anno fa. Oltre a lavorare nel mondo del cinema ha un’attività di ristorazione con la sua famiglia.

Il tuo primo film è stato bomber, con Bud Spencer appunto quale parte hai fatto?

Sì ho iniziato con Bud Spencer. Nel film bomber, due facevo un lavoro di coordinamento per le comparse. Inoltre fece anche una piccolissima parte nella quale ero su una barca e attraccavo tirando una fune.

Come eri stato scelto?

Io già mi occupavo di casting. Procurava tutto quello che serviva, attori comparse, mezzi. Lo faccio tutt’ora. Chiaramente adesso sono meno zelante di prima, ho un po’ meno voglia. Però ci sono ancora.

Perché bomber è stato girato a Livorno giusto?

Sì bomber è stato girato tra Tirrenia, Livorno e Marina di Pisa.

Come ha iniziato a fare questo lavoro di casting?

Io a quel tempo ero dipendente comunale e non potevo fare altri lavori.
Facendo casting non apparivo. Poi feci riservatamente qualche piccola parte. Cose da comparse dove ovviamente magari non mi riconoscevano.

Magari non sono tanto bravo come attore, però il personaggio piace. Infatti continuano a chiamarmi.

Nell’ultimo Pinocchio di Roberto Benigni, mi ha voluto lui.

Quando gli serve un delinquente mi chiamano.

Un delinquente?

Se pensi Don Matteo in galera, uovo sodo in galera, il capitano in galera. Ora ho fatto la parte dell’ispettore di polizia mi hanno ucciso non so se mi convenga non restare un galeotto.

Di cosa ti occupavi come dipendente comunale?

Io ero un netturbino mio padre scherzava dicendo che avrei fatto molta strada in quel lavoro.

E poi come è iniziato il contatto con il mondo del cinema?

Tramite Patrizia, una mia amica. Lei mi disse che c’era un film a Livorno, con il regista Mario Monicelli ed il famoso attore Giancarlo Giannini.

Io sono stato sempre uno che si dava da fare, vidi lì un coordinatore Romano e gli chiedi se aveva bisogno di comparse, noi eravamo 11 fratelli. E da lì è cominciata la mia avventura nel mondo del cinema.

Quindi iniziò un po’ casualmente?

Sì io non ho mai avuto neanche un’agenzia. Ho fatto lavorare tante persone io, ma non mi sono mai rivolto ad agenzie.

Anche in spot pubblicitari.

Quindi la tua prima esperienza è un film che ha riscosso un certo successo, Bomber con Bud Spencer, Però ancora non era ruota attore vero e proprio, facevi la comparsa…

Sì sì era un ruolo di comparsa. Anche perché io rifiutai di fare la parte dello sparring partner nell’incontro di box. Come ho detto era un dipendente pubblico, essere stato in difficoltà perché non potevo svolgere un’altra attività professionale.

Quindi ha iniziato la vera e propria carriera artistica quando sei andato in pensione?

Io sono stato fortunato Sono andato in pensione con le baby pensioni del tempo. Dopo vent’anni di servizio.

Quindi eri più libero?

Si feci ad esempio La dottoressa col colonnello, la scena della visita medica dei fratelli Fornaciari.

Venne a mangiare a casa mia Lino Banfi in quel periodo. E mi proposi anche a lui.
Sai spesso persone che hanno bisogno come me sanno cogliere l’iniziativa e proporsi.

Ma la tua famiglia si occupava di tutt’altro, non c’era nessuno nel mondo del cinema?

La mia famiglia si occupava di ristorazione. Ora anch’io ho aperto la Locanda del toscano, un agriturismo per riprendere un po’ le orme di famiglia.

Quindi tuo padre era un ristoratore?

No in verità mia mamma era una ristoratrice. Mio padre aveva una ditta di imbianchino. Io ho fatto anche un pochino l’imbianchino.

Ma rimani tuttora molto attivo nel mondo del cinema

Ho fatto anche il casting di Sole a catinelle con Checco Zalone, avevo anche una bella parte però è stata tagliata poi nel montaggio finale.

Tornando a Bomber, hai un buon ricordo di Bud Spencer?

Guarda è stato veramente uno dei migliori personaggi che io abbia mai conosciuto nella mia vita. L’unico problema fu quando mi invitò a cena. Era il suo primo giorno di dieta, mi sarei aspettato da lui i fagioli e salsicce invece si portarono un secchio di insalata, e per rispetto mi toccò mangiare l’insalata ( Pietro ride di gusto Nda).

Che ricordo hai di lui come persona?

Era veramente una persona favolosa. Molto umile. Mi è sempre rimasto impresso il suo interesse per le comparse.

Quando ci sono tante comparse nell’ora della pausa viene distribuito un panino, una mela dell’acqua proprio le cose essenziali.

A lui non stava bene, e portava tutto in trattoria e dove non arriva la produzione pagava di tasca sua.

Una persona eccezionale, cosa che mi sento di dire anche di Checco Zalone e Panariello.

Il tuo primo film dove hai una parte importante da attore arriva quindici anni dopo Bomber, Ovosodo con Paolo Virzì alla regia

Sì però tengo a precisare che due anni prima feci la pubblicità dell’enciclopedia Treccani insieme a due mostri sacri del cinema italiano come Gassman e Tognazzi.

Allora Paolo Virzì, che tra l’altro frequentava un mio locale a Livorno mi venne a cercare e mi chiese di aiutarlo a fare questo film.

Dicendomi che avrei fatto una parte ma io non gli credevo inizialmente.

Perché?

I registi hanno l’abitudine di dire a tutti che sono perfetti per la parte. Poi dopo magari non se ne fa niente. Quindi io la presi sotto banco, invece lui in realtà mi voleva davvero.

E che ricordo hai del film?

Sinceramente debbo ringraziarlo, perché io personalmente lo recitai un po’ male visto che non studiavo le parti e lui invece è riuscito a farmi apparire in modo molto più simpatico.

Diciamo che Ovosodo è stato il primo film di grande successo, che mi ha fatto conoscere al grande pubblico.

Una bella soddisfazione?

Beh sai uno come me che si è trovato al festival di Venezia con gente come Quentin Tarantino e Sylvester Stallone sicuramente ha avuto una bella soddisfazione. È come un ragazzino innamorato del calcio che a un certo punto si trova a mangiare con Maradona.

Tra l’altro è un film molto incentrato su Livorno, sulla livornesità. Livorno è presente praticamente nella quasi totalità del film con la sua identità.
Quanto esprime bene secondo te il concetto di cosa è realmente Livorno Ovosodo?

Io a dire il vero sono rimasto molto meravigliato perché dopo 27 anni, tuttora mi riconoscono quando vado in giro per l’Italia. Ho fatto altri film importanti, tra cui bagnomaria ma tutti mi ricordano per Ovosodo.

Un film che riporta sicuramente tutto di Livorno. Tengo sempre a precisare che quella scena in cui faccio l’amore sulla lavatrice sono quello dietro, sempre meglio specificarlo ( stavolta la risata è davvero irresistibile e coinvolge anche me NDA).

Invece poi l’attrice che faceva la parte di tua moglie successivamente non è riuscita a diventare molto famosa…

Io di Monica Brachini posso dire che è una bravissima attrice Purtroppo ha il difetto di molti livornesi.

Cioè?

Guarda Ti faccio un esempio. Una volta dovevo portare Terence Hill a mangiare in un noto ristorante livornese, del quale non ti faccio il nome. Arrivammo 10 minuti prima delle due, e ci mandarono via perché ci risposero che la cucina era chiusa.

Così è Monica Brachini. Un’attrice veramente molto brava poi.

Ad esempio in una delle scene iniziali voleva finire perché mancavano pochi minuti all’ora di chiusura sul contratto.
Sai anche io ho sempre saputo di non essere Kevin Costner, quando mi sono trovato per girare il sequestro Soffiantini, o Don Matteo o Rino Gaetano, anche se abbiamo sforato gli orari di contratto non ho mai detto nulla.

Credo che questo carattere tipico di Livorno abbia messo un po’ la città della crisi dov’è.

Com’è il livornese?

Quando si dice la verità si rimane sui coglioni, ma io la verità dirò sempre.
Diciamo che il Livornese è bravo, però è il tipo capace di dire, se vede Gesù camminare sull’acqua: ” guarda lui non sa nuotare “.

A volte sono un po’ supponenti i livornesi.
A Roma dove il cinema è nato non fanno così.

Tu fai anche teatro giusto?

No non molto, ne ho fatto, e mi hanno fatto anche dei complimenti. Ma il teatro in realtà è molto impegnativo.
Un giorno sei a Roma, l’altro a Milano, quello dopo a Palermo.

Non fa per me.

Però te hai continuato il tuo percorso nel cinema, l’attività di preparare dei casting coniugandola con la tua attività di ristorazione.

Sì ci sono riuscito. Però voglio essere sincero.

Io potrei anche fare il grande, ma in realtà il merito della squadra che ho costruito con la mia ex moglie, ed i miei figlioli, i miei undici fratelli.

Poi sai comunque il grosso della mia attività si è concentrata sui casting. Io non trovo solo gli attori del comparsi. Hai bisogno di un bambino, hai bisogno di un trattore, ti serve un casolare, io con le mie conoscenze mi metto in moto e reperisco tutto.

Subito dopo Ovosodo fai due film importanti, con due attrici che poi diventeranno nomi di un certo peso. Il primo è a bagnomaria, di Giorgio Panariello con Emanuela Arcuri, al tempo giovanissima, ed il secondo è la seconda moglie, con Maria Grazia Cucinotta. Quindi comunque sono due produzioni importanti difficoltà dunque la tua carriera ha preso veramente il via a quel punto.

Se debbo essere sincero, sono più i film che ho rifiutato. Perché ad esempio ho avuto delle proposte per delle serie, che mi avrebbero impegnato per anni.

Sono fatto per i ruoli continuativi, sono uno spirito libero, un cane sciolto.

Avrei perso occasioni come intrigo a Cuba, dove sono andato tre mesi in vacanza con la moglie. Avevo Alessia Merz. Sinceramente non mi interessava fare delle serie, con dei ruoli che mi impegnavano troppo.

A Livorno c’è l’espressione livornese guascone…

Senti ma vuoi sapere chi sono veramente i più grandi di Livorno?

Dario Ballantini il numero come umiltà, come rispetto andammo anche al festival del cinema insieme.

Aldo Montano, anche se non si occupa di cinema. Grandissimo sportivo, ormai avendo fatto il Grande Fratello fa sempre parte del mondo dello spettacolo.

Ad Aldo ho mandato un messaggio poco fa mi ha subito risposto, una persona estremamente umile. Tanti livornesi non sono così punto non voglio fare nomi altrimenti mi attaccano.

Ma toglimi una curiosità, tu proprio non ti senti un po’ livornese guascone?

Sì sì assolutamente.

Quindi c’è questo tuo animo profondamente Livornese nel voler godere della vita. Sai Livorno è una città benedetta, ha il mare, un clima stupendo, l’inverno non dura tantissimo, la vita è abbastanza economica.

Ma sai quante occasioni ha perso Livorno per questo suo modo di fare? Sai quante produzioni Ho portato qui e non hanno trovato accoglienza.
Febbre da cavallo si doveva addirittura girare a Livorno, poi siamo andati lì e c’era una disorganizzazione totale.

Ho portato personaggi famosi nei ristoranti livornesi, dove abbiamo chiesto magari di poter fare delle interviste e ci siamo sentiti rispondere che potevamo solo se li pagavamo.

Tu ti sei anche avvicinato alla politica Livornese vero?

Io mi candidai, pur non intendendomene di politica Ero molto arrabbiato per la situazione in generale.

Mi candidai con un amico per la Meloni.
Io avevo anche avuto un locale a Livorno.
Facevo casting ero per conto mio, quindi non stavo simpatico a chi gestisce le leve del potere. Visto che non passavo dai suoi canali.

Ero anche presidente regionale di una struttura sindacale, e avevo già avuto degli scontri.

Da lì mi hanno preso di punta. Addirittura una volta quattro imbecilli, in compagnia di Monicelli, mi impedirono di entrare in un locale alla fortezza perché mi ero candidato con la Meloni.

Ma a me non interessa perché io sono un ribelle.

Avevi scelto qualcosa in forte discontinuità con Livorno e la sua tradizione politica…

Ma guarda io non mi intendo di politica appunto Nella vita ho anche appoggiato D’Alema. Io ho appoggiato la discontinuità per Livorno.

Poi ovviamente mi piacciono anche le idee di Giorgia Meloni.

Qui si chiudono gli ospedali e si aprono i centri d’accoglienza. Io che dovrei fare fare il ruffiano e dire che fanno bene?

Preferisco dire quello che penso.

Io non mi ci metto perché mangio quando ho fame, bevo quando ho voglia e faccio l’amore quando mi va. Vivo del mio ma se volessi in politica a Livorno ne avrei tante da dire.

Il problema è a Livorno che non vuol capire perché vanno avanti con gli occhi foderati di prosciutto.

Senti tornando al cinema posso chiederti qual è stato il regista con cui ti è piaciuto di più lavorare?

Purtroppo è venuto a mancare il 10 maggio Enrico Oldoini. Ero al funerale con Vanzina, De Laurentiis, Lino Banfi.
Una persona umile, lo convinsi anche a comprare un appartamento vicino al Castello del Boccale qui a Livorno.

Purtroppo è venuto a mancare a causa della Sla.

E l’attore con il quale ti sei trovato meglio?

Io devo dire che mi sono trovato molto bene sia con Panariello che con Checco Zalone.

Poi terrei a dirti anche quello con cui mi sono trovato peggio.

Dimmelo pure certamente

Diego Abatantuono.

Davvero? Perché?

L’ho trovato come un esempio negativo della sinistra. Anche come persona non mi è mai piaciuto.

Però hai lavorato anche con belle attrici e belle donne. Diciamo mediando tra le due cose qual è stata quella con cui ti ha fatto più piacere lavorare?

Io sinceramente mi sono divertito tanto, anche se lei non lavorava in quell’occasione, era la moglie del regista, con Paola Cortellesi.

La ritengo veramente un esempio positivo di come dovrebbero essere le donne.

Un amore di persona.

Umile, gentile.

Poi un’altra che a tanti non piace, invece l’ho trovato una persona molto ed abbiamo passato tante serate insieme, per me è Sabrina Ferilli. Bella persona.

Senti per il futuro c’è un film che vorresti fare?

Sì ne sto parlando proprio in questi giorni, sarebbe una specie di seguito di Ovosodo.

Non ti sto rivelare i dettagli Però sarebbe una cosa molto interessante incentrata sul mio personaggio.

Soprattutto su quello che potrebbe fare una volta uscito nuovamente di galera

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