“Da Alleanza Nazionale al nulla: la parabola di Gianfranco Fini

Da Alleanza Nazionale al nulla: la parabola di Gianfranco Fini

Ricordate il famoso “che fai mi cacci?” urlato da Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi durante l’assemblea del PDL nel 2011?

In questa simile affermazione ci sono una serie di errori, questi sì, imperdonabili perché, in merito allo scioglimento di Alleanza Nazionale nel 2008 c’è un prima, un durante e un dopo.

AN era piena di correnti sotto cui Fini si accucciò pensando di poter sopravvivere solo ponendosi al di sopra.

Io, per esempio, stavo in “Destra Protagonista”, la corrente che faceva capo a Maurizio Gasparri.

Peccato che esse divennero preponderanti all’interno del partito orientandone l’agire soprattutto a dinamiche interne e non di interlocuzione con la base.

All’inizio, il suo carisma le tenne a bada per poi ridurre Alleanza Nazionale a un condominio di inquilini rampanti e litigiosi che si davano battaglia per contare sempre di più all’interno del partito.

Il militante pian piano scivolò tra le “varie ed eventuali” e fu vissuto con fastidio assurgendo a truppa cammellata da motivare a ridosso delle elezioni.

Insomma, Alleanza Nazionale divenne Arroganza Nazionale.

Dopo il fastidio per la base, vissuta come un inutile fardello, Gianfranco Fini cominciò a pensare di sciogliere Alleanza Nazionale perché anche le correnti, con annessi dirigenti rampanti, cominciavano a stargli strette.

Così, ordinò il “rompete le righe” arrivando nudo alla fusione con Forza Italia.

Poi, non comprese che il tempo della successione a Silvio Berlusconi non era ancora arrivato ma fece ugualmente la fronda, si girò e dietro di sé trovò il nulla.

La deflagrazione del PDL cambiò in peggio il corso della storia perché ammazzò, definitivamente, il corso maggioritario del Paese favorendo il nuovo proliferare di cespugli e un ritorno indietro dopo la semplificazione del quasi bipartitismo.

Il resto fu solo una china pietosa di ammiccamenti alla sinistra, false lusinghe da parte dei salotti buoni, assi repubblicane con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Mario Monti, trame, rancore e sabotaggi.

Poi creo’ un partitino da zero virgola che chiamo “Futuro e libertà”, durato da Natale a Santo Stefano.

Per Gianfranco Fini ci fu poco futuro e tanta libertà di andare a spasso ai giardinetti.

Si chiuse cosi l’era di Gianfranco Fini.

Con un uscita di scena umiliante.

E il peggio doveva ancora arrivare con l’affare Montecarlo.

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