In un’interessante intervista rilasciata a Il Giornale Massimo Cacciari, brillantemente mente filosofica e arguto osservatore politico, ha invitato a non sottovalutare il fatto che ormai un terzo degli italiani non ce la fa più. È stremato dalla crisi economico-sociale.
A fare gli scontri in piazza Montecitorio non c’erano delinquenti abituali, c’erano lavoratori disperati. Persino la federazione sindacale di polizia ha ammesso che la popolazione è stremata dal protrarsi di una crisi che schiaccia le persone.
Il comunicato della polizia
Il comunicato della federazione di polizia arriva ad affermare: “non possiamo che rilevare come questa esasperazione generalizzata sia comprensibile e ormai incontenibile. E ciò significa che bisogna dare ai cittadini risposte diverse”. E prosegue: “Pensare di gestire questa situazione ormai non più emergenziale, dato che va avanti da oltre un anno, da una prospettiva scollata dalla realtà di chi invece non riesce più a tenere in piedi la propria esistenza costruita magari dopo una vita di lavoro, significa sottovalutare pericoli seri e reali per la sicurezza interna del paese”.
Queste parole vengono pronunciate da sigle sindacali che tutelano quegli stessi agenti feriti. Sono prese di posizioni illuminanti della pericolosità del momento storico.
Oggi è un terzo del paese come sottolinea giustamente Cacciari, vivere in una situazione che va tra il drammatico ed il pesante.
Ma se la crisi dovesse protrarsi ancora per mesi non è esagerato dire che un altro terzo del paese si troverebbe in quelle stesse condizioni, mentre quel terzo sarebbe sprofondato nella peggiore delle miserie.
Quando gli italiani in situazione emergenziale corrisponderanno ai due terzi, la netta maggioranza della popolazione, quante sommosse avremo?
Tutti i poliziotti d’Europa non basterebbero ad arginarle.
Bisogna dare delle risposte immediate, efficaci ad un problema che può travolgere l’intero sistema paese
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