Covid-19 Atto II, il marketing: dalla autocertificazione alla autoprivazione di libertà

Cosa ci attende da ottobre nella lotta alla pandemia. Mentre l'Onu accusa il patriarcato, tutti strumentalizzano il virus per i propri fini

Marketing

Covid-19, Atto II, la svolta di marketing.

La pandemia più sfuggente che si sia mai vista, tanto che per trovare i positivi si deve fare i tamponi agli asintomatici, cioè a chi sta benissimo, scriverà una nuova pagina di marketing tra poco.

Tra molto poco ci sarà la svolta, anzi è già in atto e se ne vedono le avvisaglie.

E non sarà né piacevole né spontanea: sarà una Pandemia che tutte le libertà si porta via.

Ricapitolando

A Dicembre, ma probabilmente prima, in Cina a Wuhan, provincia per lo più sconosciuta ma molto popolosa e sede di un laboratorio scientifico di ricerca, guarda caso, batteriologica, probabilmente con scopi militari, scoppia un’epidemia di una strana polmonite.

Non sono tra i complottisti, trovo abbastanza scontato che il virus, naturale o sintetico che sia, abbia origine dal laboratorio, ma non credo sia stato messo in circolo scientemente.

È sfuggito, incolpando il pacioso pangolino, animale ritenuto di essere stato un passaggio del CoV-2 da pipistrello all’uomo.

Da tempo a rischio estinzione in molti paesi asiatici è considerato un piatto prelibato e le sue scaglie elemento curativo della medicina tradizionale cinese. Ora i sospetti nei suoi confronti potrebbero garantirgli la sopravvivenza.

Ma non divaghiamo.

Il Virus c’è e fa ciò che tutti noi vogliamo fare e siamo programmati per fare: crescere, sopravvivere e riprodursi. Lui si diverte meno di noi a farlo, passando nel muco ma de gustibus..

Arriva ovunque, razzismo o no.

Con buona pace di Zingaretti e Enrico Rossi, che, dapprima negazionisti, da buoni sinistroidi hanno poi boriosamente spiegato agli altri che negazionisti non si poteva essere.

Non sono un complottista, ripeto, non credo che sia un’emergenza creata a tavolino, ma i suoi effetti sono stati talmente sorprendenti da non passare inosservati a chi li vuole mettere a frutto politicamente ed economicamente.

Siamo a Marzo Aprile 2020, la pandemia ormai è palese, e dichiarata

Persino dell’OMS che da buona istituzione filocomunista e filocinese ha perso tre mesi buoni prima di dichiararla. Ma ormai è sotto gli occhi di tutti e con mille piroette linguistiche ammette la sua presenza e diffusione. Solo Trump dice pane al pane e vino al vino e lo chiama il “virus cinese”.

Gli Stati reagiscono secondo le loro mentalità e filosofie di vita.

In EUROPA

Gli Stati, chi più chi meno, del vecchio continente in ossequio ad una filosofia più generaliste alla ricerca del bene comune cui sacrificare quello individuale, limitano le libertà costituzionali, primo fra tutti quello di movimento.

I popoli da parte loro reagiscono abbastanza remissivamente accettando certificazioni stile DDR persino per andare a fare la spesa.

Ci ritorneremo perché questa è la chiave di tutto.

In USA

Lo spirito libertario ed individualista proprio del popolo americano fa sì che i cittadini, almeno negli stati meno popolosi, sostanzialmente siano insofferenti alle limitazioni blandamente disposte da governatori e Presidente.

Nelle città i lockdown sono un po’ più stringenti ma vanno a cozzare con lo spirito tutto yankee del “io sono padrone del mio destino”, insofferente ad ogni limitazione.

Che fa sì ad esempio che in molti stati ancora cinture di sicurezza e caschi in moto non siano obbligatori.

Questo è stato l’Atto I, per lo più spontaneo cui si è opposti rimedi più o meno organizzati.

Ottobre 2020, Atto II la svolta

Finito il periodo di vacanze, dove i governi hanno tentato di recuperare un qualche punto di Pil lasciato sul campo nel primo semestre 2020, la cultura della paura ritorna prepontemente alla ribalta.

Oggi del Covid sappiamo molto di più.

Anche che, ce lo dicono tra le righe, un vaccino non arriverà prima della metà dell’anno prossimo, e non sarà comunque risolutivo.

Il Virus appare più fiacco e meno virulento, per trovarlo i test si moltiplicano ovunque.

Pare una ricerca spasmodica, febbrile di chi la febbre invece non ha.

Si sforzano di dire i media che i contagiati sono gli stessi di marzo, ma in terapia intensiva non ci va praticamente più nessuno, ed i tamponi sono venti volte di più al giorno.

Ora il Covid non è più spontaneo. Sono il primo a dirlo.

È stato studiato dal punto di vista virologico sì, ma anche sociologico.

E i risultati hanno sorpreso tutti.

La libertà è labile

I risultati dei sociologi sia quelli in buona fede che quelli male intenzionati come i loro committenti hanno evidenziato la debolezza dei popoli, soprattutto quelli europei ben pasciuti.

Un virus che ha una mortalità intorno al 1,5% rischia di far sì che nulla sia come prima.

Ha dimostrato, questo virus, quanto poco teniamo ai nostri diritti, faticosamente conquistati nei secoli nella civiltà occidentale, cui abbiamo rinunciato in un mese in modo a dir poco preoccupante.

E su ciò naturalmente i governi di tutto il mondo stanno lavorando, trasformando una epidemia in un enorme esperimento sociologico.

Inquietante come sia bastato un bombardamento mediatico per indurci a non uscire, non lavorare, accettare di dichiarare dove andavamo, con chi volevamo incontrarci.

Vivere da reclusi asintomatici, per morire da sani.

Pensate che tutto ciò non abbia ingolosito qualcuno?

Come sfruttare a livello mediatico e di marketing questo enorme ed insperato apparato?

L’uso del Covid al fine del marketing ideologico

Accostare al virus qualunque istanza, anche se nulla ha a che spartire con esso, produce risultati.

Perché pensate che ora si punti sui sedicenti “cambiamenti climatici” ponendoli in relazione al virus, quando una correlazione non si trova nemmeno con il lanternino?

Dove Greta non ha funzionato, il suo di marketing appare ormai già appannato, tanto poté il Coronavirus.

Tutto fa brodo per far accettare ed ingoiare la bugiarda “svolta green”, o “l’accoglienza dei migranti”, o ancora le istanze LGBT.

Lo stesso Onu ed il Papa strumentalizzano il Covid ideologicamente

All’inizio di settembre persino l’Onu se n’è uscito con un tweet altamente strumentalizzante l’epidemia in atto.

Se non l’avessimo visto con i nostri occhi avremmo pensato a una fake news.

Secondo l’Onu ’la pandemia covid 19 sta dimostrando ciò che tutti sappiamo: millenni di patriarcato hanno portato a un mondo dominato dagli uomini con una cultura dominata dagli uomini che danneggia tutti, donne, uomini, ragazze e ragazzi’.

Il tweet è stato pubblicato dal profilo ufficiale delle Nazioni Unite e racconta meglio di mille parole quale sia il nemico giurato di una certa ideologia.

Gli fa eco Papa Francesco il 12 settembre scorso durante l’udienza alle Comunità Laudato si’: “La pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive. È poi evidente che i cambiamenti climatici non stravolgono solo gli equilibri della natura, ma provocano povertà e fame, colpiscono i più vulnerabili e a volte li obbligano a lasciare la loro terra. L’incuria del creato e le ingiustizie sociali si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia”.

Una sintesi perfetta di un minestrone ideologico che sfrutta la paura ai fini della imposizione delle idee liberal.

È soprattutto una questione di marketing.

Al Covid viene accostato di tutto, basta sia strumentale alle proprie idee ed ideologie.

Tutto ciò che si associa al Covid crea paura, inquietudine, voglia di mollare e fidarsi del timoniere. Di arrendersi e lasciarsi guidare dai “virologi”.

Perché così si induce la gente a rinunciare alle auto, a comprare quelle elettriche, monopattino, biciclette, ad arrendersi alle Ong agli sbarchi di massa. Marketing giustappunto.

Con il Covid non hanno nessuna attinenza eppure si punta su quello per farci comprare sempre più strumenti che di fatto ci rendano prigionieri.

Spendere, spendere e avere sempre meno libertà in cambio.

Perché i prigionieri non votano e quindi al governo andranno sempre più tecnici, i “virologi” onniscenti, benevisi dai potentati economici che li foraggiano.

A novembre tutti chiusi in quarantena

Facile prevedere che, complice la bagarre vergognosa della scuolazzolina, a novembre interi istituti saranno in quarantena per positivi sempre più asintomatici.

A ruota i docenti, i genitori, i nonni.

Ne conseguirà un altro lockdown, non generale ma generalizzato abbastanza da terrorizzarci al primo starnuto.

E lì avverrà la svolta, la abdicazione ai diritti per un tampone, un vaccino, una mascherina.

Che non servirà perché il virus sarà morto, ma sarà tenuto in vita da coloro cui fa gioco avere una scusa per soft dittature sanitarie.

Ci troveremo ad aver rinunciato al nostro diritto al voto e alla nostra libertà in cambio di una supposta salute che avrà il sapore di una prigionia.

Allora forse ricorderemo le parole di un vecchio film, Braveheart, dove il protagonista ci ricorda  che “tra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione di tornare qui sul campo, ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà?”

Quella libertà cui abbiamo rinunciato troppo facilmente. Il marketing ideologico rischia di fare strame di secoli di lotte sociali.

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