Coldiretti: “25mila posti di lavoro con i buoni vendemmia”. Fatevi sotto.

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Coldiretti – Almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne potrebbero essere disponibili per la vendemmia alle porte con una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. L’obiettivo è ridurre la burocrazia per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne. In un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà, si tratta di una grande occasione. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel corso dell’incontro dei presidenti dell’Organizzazione.

GLI ITALIANI VOGLIONO TORNARE ALLA TERRA 

La Coldiretti sottolinea un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne. Dobbiamo sostenere questo desiderio con misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro. La parola d’ordine è competere con Francia e Spagna, che godono di situazioni più favorevoli.

Con l’abrogazione della disciplina del voucher, il sistema agricolo – continua la Coldiretti – è stato doppiamente penalizzato. Se da una parte non si riscontravano nel settore indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere, dall’altra certamente l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad oggi è irrimediabilmente andato perduto.” Un danno pesante per il vino, dove a partire dalla data del 19 agosto 2008 è iniziata, sotto il pressing della Coldiretti, la raccolta dell’uva attraverso voucher. L’obiettivo è ridurre la burocrazia nei vigneti e dare una possibilità di integrazione del reddito a studenti e pensionati.

I VOUCHER

Dopo una rapida crescita iniziale, nel tempo si è verificata una sostanziale stabilizzazione dei voucher venduti a livello nazionale. Prima dell’abrogazione, sono stati impiegati circa 1,3 milioni di voucher solo per la vendemmia. Con l’entrata in vigore della nuova normativa siamo praticamente a zero. “L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori piu’ dinamici dell’economia”. Ha affermato il presidente la Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che il “Parlamento e il Governo hanno il dovere di ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa. Deve essere agile e flessibile. Rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e cassa integrati”.

RISCOPRIRE LA TRADIZIONE ITALIANA

Il principio spiegato da Coldiretti non fa una piega, speriamo che il Governo sappia ascoltare le istanze della categoria. Un uso indiscriminato del voucher in certi settori incrementa il precariato, ma per i lavori stagionali e in momenti particolari come questo, una riapertura della possibilità di calibrare questo strumento per far fronte alla crisi deve essere assolutamente presa in considerazione. Il fatto che gli italiani vogliano riprendere i lavori tradizionali, ricollegandosi alla terra, è estremamente positivo. Deve essere data subito questa possibilità, anche per evitare la strumentalizzazione di questi mestieri da parte chi, con questa scusa, vuole regolarizzare clandestini che prima o poi andranno a pesare sulla collettività.

Riavvicinare gli italiani alla loro storica fonte di vita e di ricchezza, la terra, è un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario. Siamo la Nazione con la maggior ricchezza enogastronomica del mondo, tornare ad essere consapevoli di noi stessi, anche in questo ambito, è fondamentale per il nostro futuro perché ci emancipa dalle tenaglie del mercato globale. L’autosufficienza alimentare è tutto. I giovani dovrebbero spegnere il telefonino ed avvicinarsi alla campagna. Scoprirebbero il mondo reale, quello fatto di soddisfazioni vere e di gratificazioni tangibili.

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