Disavventura ferragostana per Nicola Zingaretti. Proprio a lui, il segretario del partito dei maniaci delle carte e della morte al contante, è toccato rimanere con il cash in mano e la carta ritirata. La legge del contrappasso non perdona. Certo che appena esce di casa Montalbano ne combina una delle sue.
Il meglio di sé lo ha dato a Milano con l’ormai leggendario aperitivo. In alto lo spritz! Cazzo sarà mai sto covid-19 per noi dem che gestiamo gli enti (sì, volendo formano una parola unica piuttosto calzante). Noi del Pd non abbiamo paura, dobbiamo essere positivi; e così è stato, in effetti. Zingaretti il giorno dopo era molto positivo. Parola del tampone.
Ieri Montalbano è a Capalbio. Niente spritz stavolta, è tempo di braciola. Il nostro eroe di pagare in contanti come predica dalla mattina alla sera insieme ai 5Stelle, non ci pensa nemmeno. La carta a dire il vero ce l’avrebbe pure, ma volete mettere il piacere di un bel contante frusciante…
Fortuna vuole che accanto al macellaio ci sia proprio una banca. Zinga sguscia via lesto per ritirare il malloppo per il polpettone. La moglie fa il palo fuori dalla macelleria, cinque minuti e Nicola ricompare, illeso. Tutto liscio. Più o meno.
Forse uno sprizzettino se lo era sparato poco prima, il buon dem. Perché dal macellaio il grano ce l’ha ma del bancomat nemmeno l’ombra. Un nuovo caso per il commissario Montalbano. Camilleri se n’è andato all’altro mondo, e a Nicola tocca ricostruire il caso tutto da solo.
Presto fatto: il bancomat se lo è ciucciato l’ATM capalbiese. Tanta la gioa del contante, che il presidentissimo è uscito lasciando la carta nelle grinfie della macchina – 30 secondi e addio. Quando lo smemorato di Capalbio è tornato, era ormai troppo tardi. Caso chiuso.
Te l’aveva detto Conte di pagare sempre con la carta, mannaggia a te.
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