“Cioè, semo ecologgisti”. Gli anni ’70 del 2000

Stagflazione e nuovi business travestiti da Svolta Green

Cioè, perché dobbiamo salvare il pianeta dal riscaldamento globale. Abbasso il petrolio”.

“Cioè, l’inquinamento distrugge la Terra, no, è un sacco importante difenderla, peace and love, lo dicono anche Greta e Vanessa, cioè”.

Interrogati sul perché manifestano insieme a Greta ed il suo clone meno ariano e più politically correct, Vanessa, i ggiovani rispondono così.

Greta e Vanessa? Dove l’ho sentite?

No, non queste Greta e Vanessa. Non le due cooperanti rapite in Siria e rilasciate nel gennaio del 2015, dietro lauto riscatto. Quanto ci son costate..

Intendo le altre Greta e Vanessa: Greta Thunberg e Vanessa Nakate. Che ci costeranno molto di più, peraltro. Che appaiono ovunque, dietro esborso lauto: anzi dietro l’auto di tutti noi, sul serio.

Per togliercela. La nostra utilitaria inquina, che diamine, e rende il mondo peggiore. Anche quando fa più freddo è colpa del riscaldamento globale. È chiaro.

Infatti ora si chiama cambiamento climatico. Per non sbagliare.

Sono loro che dettano l’agenda ai potenti anche del Cop26. Anche ad Obama.

Ma per piacere. Ci credete davvero?

Non c’è uno studio ufficiale che provi l’origine antropica del cambiamento climatico. Non c’è studioso serio che non faccia notare come il clima sia ciclico. E semmai sia influenzato dalle fasi solari, che dello scarico della vostra Yaris Euro 5 se ne frega altamente.

Ma siamo quasi in stagflazione, ormai, Covid o non Covid. E, per ripartire, dobbiamo inventarci un nuovo business.

Ed eccolo là: la green Economy è servita. Ma è il business ed il modo sbagliati.

Come gli anni ’70

Stagflazione, un termine che unisce il fenomeno dell’inflazione (l’aumento generale e sostenuto dei prezzi) a quello della stagnazione. Ci siamo dentro ormai.

Un vero e proprio spauracchio per gli economisti, perché la stagflazione è uno degli scenari peggiori in economia, e ci fa ricordare quanto avvenne negli anni ’70 del secolo scorso.

E che si sta ripetendo oggi come successe cinquant’anni fa.

Siamo già negli anni ’70 anche come costume: femminismo, sinistrismo militante, ambientalismo strumentale, antifascismo di maniera, un presidente Usa titubante ed inadeguato ed un Papa che cerca modernità e visibilità.

Recession is when your neighbor loses his job. Depression is when you lose yours. And recovery is when Jimmy Carter loses his.”

Quando tuo nipote perde il lavoro è Recessione. Quando tu perdi il tuo è Depressione. Quando Jimmy Carter perde il suo, è la soluzione“.

Lo disse Ronald Reagan, che il boom economico degli anni ’80 inventò, salvando l’occidente dal pantano della stagflazione di Jimmy Carter. Un Presidente Usa tentennante ed inutile di fine anni ’70. Il Biden di cinquant’anni fa.

Recovery che suona come Recovery Fund, che però sanno di assistenzialismo e aiuti di Stato: tutto il contrario della cura Reaganiana.

Il buono è che dopo i settanta vennero gli ottanta di espansione ed edonismo reaganiani. Attendiamo con fiducia.

Il cattivo è che negli anni ’70 ci siamo in pieno. E li stiamo subendo.

Le crisi attuali e di allora

Crisi petrolifera, con il prezzo del petrolio aumentò vertiginosamente, fino a più del triplo rispetto alle tariffe precedenti, negli anni ’70 per decisione dell’OPEC.

La diminuzione delle esportazioni e l’aumento del prezzo al barile furono due azioni politiche a sostegno della guerra del Kippur, in cui Siria ed Egitto attaccarono simultaneamente Israele.

Oggi una guerra economica sta facendo arrivare l’oro nero contingentato e a prezzi al barile sempre più alti. 4 dollari al gallone negli Usa. Con Trump un anno fa erano 2.

Le crisi valoriali e le lotte moderne, tutto ecologismo e anti petrolio, altro non sono che riproposizione della cultura proto-ambientalista anni ’70.

Anche allora Cassandre profetesse di sventura predicevano la fine del mondo imminente.

Tutte fandonie. Non è finito alcunché, come non finirà nemmeno stavolta.

Sono solo un volano alla New green economy che, lungi dal volersi occupare del nostro ambiente, vuole produrre e vendere prodotti nuovi.

Ecologici, come una caterva di batterie al litio abbandonate in un campo. Come i pannelli fotovoltaici di quindici anni fa prodotti in Cina, e già da smaltire.

Il fiorire di istanze gay, e gender fluid come dal ’68 in poi, tutte libero amore in libera droga, annientamento valoriale e delle autorità, sanno oggi di stantio e di già visto. Negli anni 70 era già così.

La crisi religiosa, un falso ecumenismo religioso portava poi ad una visione sostanzialmente ateistica della realtà, o comunque paritaria tra le religioni, tutte intese sullo stesso piano, e di un relativismo religioso che preludeva alla dottrina fai da te.

La mezza figura del pontefice Francesco è oggi incapace di trovare una sua forza convincente e si fa ammaliare dalle sirene della operazione simpatia.

Niente di nuovo neppure lì: Paolo VI fu sulla stessa linea.

Un pontefice discusso che cercò di incarnare un forte spirito progressista incentrato su un deciso ecumenismo laicista, conciliante con il comunismo, ma contrario al capitalismo.

Ci provarono in tutti i sensi le sinistre ad annientare ciò che le aveva precedute. Dio, Patria e Famiglia erano i bersagli favoriti. Come adesso.

La Cancel Culture esisteva già allora: aveva nel mirino tutto ciò che non era strumentale ad una visione globalista ante litteram. A scuola come all’università.

Imagine ‘all the people’: l’inno del nulla

Riascoltate Imagine di John Lennon,ed il suo spaventoso messaggio di una esistenza senza stato, religione, confini, radici, identità. Creare un deserto e chiamarlo pace, fatta di annientamento individuale ed ideologico. Terribile ed emblematica.

Ci siamo in pieno, nel pantano ideologico ed economico degli anni ’70. Siamo negli anni ’70 del 2000.

Passeranno: tutto è ciclico, come i cambiamenti climatici. Speriamo solo che i danni che si stanno producendo in questi anni non siano irreversibili.

 

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