Ciò che Giuseppi Conte non ha spiegato

La sua Lectio Magistralis non ha chiarito né convinto

Venerdì la Lectio Magistralis del Professor Conte all’università di Firenze non ha convinto.

Tanta prosopopea per poi risolversi in una sterile chiacchierata su banalità e luoghi comuni in salsa di diritto Costituzionale.

Ma lui è ordinario di Diritto Privato.

E nonostante i gridolini ormonali delle sue fans si vede.

L’ultima, indimenticabile conferenza stampa del Conte Bis

La riserva di legge

Che il Professore non insegni diritto penale si era già capito.

Da quando, esattamente un anno fa, il primo DPCM prevedeva sanzioni penali per chi infrangeva il lockdown.

Persino una matricola del primo anno di giurisprudenza sa che per introdurre una norma incriminatrice ci vuole un provvedimento avente forza di legge.

È la cd riserva di legge principio che comporta il divieto di punire un determinato fatto in mancanza di una specifica norma di legge che lo configuri come reato: esso, quindi, esclude dalle fonti del diritto penale sia le fonti non scritte, sia quelle scritte diverse dalla legge (es. regolamenti, ordinanze).

Tale principio risponde ad esigenze di garanzia dei cittadini contro i possibili arbitri del potere giudiziario e del potere esecutivo.

La sancisce il Codice Penale e la Costituzione, all’art. 25.

Nessun riferimento in merito.

Conte la dedica agli studenti

La lezione è iniziata con la dichiarazione di intenti “che segna il ritorno al mondo accademico”, dedicata ai suoi studenti.

Mondo accademico e studenti che non si esitò ad abbandonare nel momento che le sirene di Montecitorio cominciavano a cantare.

Quando hanno smesso, si ritorna ai Santi Vecchi, in attesa di un nuovo ruolo politico, inseguito caparbiamente e disperatamente dalla “ricerca dei responsabili”.

Beh, sempre meglio che lavorare, dirà qualcuno.

Chiudere tutto per morire più degli altri

L’argomento della Lectio è tutto un programma:  “Tutela della salute e salvaguardia dell’economia. Lezioni dalla pandemia”.

Ovvero tutto ciò che non ha fatto in un anno di Covid.

Ci doveva spiegare come, a fronte dei provvedimenti più draconiani dopo l’Irlanda in ordine ai giorni di lockdown, L’Italia risulti in termini di morti per il Virus per abitanti ben prima di Usa, Brasile e Gran Bretagna, paesi incivili e sovranisti.

Non ne ha parlato, ha parlato di ciò che non è stato fatto in pratica.

Praticamente una lezione di fantascienza.

La stoccata di Conte a Salvini

Infine la stoccata d’obbligo all’odiato Matteo.

No, non Renzi che lo ha decollato, ma Salvini.

Conte ha detto che adesso “c’è euforia per le professioni di fede europeiste che si sono moltiplicate, in Italia, in queste ultime settimane, tanto più che alcune di queste sono giunte inopinate. Ma l’europeismo non è una moda”.

Infatti di moda per i 5s, che si appresta a guidare, supplicante di un ruolo politico, non è mai stato.

Prendiamo atto che per i pentastellati ora sia imprescindibile.

Anche per Salvini si dirà. Ne convengo, ma il BisConte dimezzato non dimentichiamo che con la Lega ha governato per un anno, pubblicizzando ed esaltando provvedimenti, come i Decreti Sicurezza, che poi si è affrettato a disconoscere ed abrogare.

Guardi, apprezziamo l’impegno a voler tornare al mondo accademico: questo è il suo libretto, torni al prossimo appello.

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