Cina: la rivoluzione green

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La Cina, il più grande paese del mondo, ha varato un piano per la neutralità carbonica da realizzarsi entro il 2060, destinando dai 6mila a 15mila miliardi di dollari di fondi per la sua realizzazione.

Un impegno formale quello di Xi Jinping passato un po’ in sordina, ma annunciato alle Nazione Unite a New York, ormai qualche mese fa.

Per realizzare una cosa del genere il governo cinese intende trasformare l’industria pesante e tutti i nuovi investimenti in attività fisse in attività green, rispettose dell’ambiente.

Se così accadrà, e non vi è dubbio che accadrà, il Dragone Cinese diventerà un punto di riferimento per tutto il sistema industriale mondiale in termini di impatto ambientale positivo delle produzioni di beni. A ben vedere questi cambiamenti tecnologici di lungo periodo rappresentano una seria opportunità per le nostre imprese europee. Perché per la prima volta il sistema imprenditoriale europeo può vendere i propri ritrovati in campo green alla Cina e non viceversa.

Se il New Normal cinese è un modo per attirare capitali in Cina così come teorizzato dal premier cinese Xi Jinping, la neutralità carbonica sempre della Cina da raggiungere entro il 2060 è la nostra grande opportunità per far diventare la Cina “cliente” del nostro sistema. Sappiamo bene che loro ci considerano solo degli enormi portafogli da svuotare per arricchire il loro sistema economico, ma, se l’UE ha un senso sarà bene che “il fare sistema” funzioni davvero perché può rappresentare una opportunità unica.

 

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