Chi ha salvato “Roger Salis”?
Ilaria Salis salva per un voto. Con 306 voti contrari e 305 a favore, il Parlamento Europeo dice no alla revoca dell’immunità per la parlamentare di AVS.
La Salis, dunque, rimane in sella, attaccata alla cadrega europea, nonostante abbia corso un rischio gigantesco di essere rispedita nelle patrie galere ungheresi, in attesa della fine del processo nel quale è imputata per lesioni potenzialmente letali in concorso con altri
La Salis, infatti, è accusata di aver massacrato un neonazista a colpi di mazza (o di martello) e aveva scontato diverse settimane in custodia cautelare. Tutto ciò fino a che le salvifiche elezioni europee le hanno regalato una candidatura e un’elezione nelle file della sinistra estrema che, innamorata del suo antifascismo, l’ha immediatamente inserita in lista.
La questione è assai delicata dal punto di vista giuridico e politico
L’immunità, tecnicamente, dovrebbe applicarsi in relazione alla propria attività parlamentare, da esercitare liberamente e al di fuori di ogni condizionamento penale. Ma in questo caso siamo di fronte a un reato presuntivamente commesso prima della sua elezione, anzi prima della sua candidatura.
Tecnicamente, dunque, un’immunità retroattiva dal dubbio valore giuridico, che apre le porte a un precedente pericoloso. Una sorta di violazione delle regole del gioco, un salvacondotto politico per evitare grane giudiziarie, che la sinistra ha condannato per anni, salvo poi applicarlo in favore della Salis
Ma la natura di questo eccesso garantista ha motivazioni solo ed esclusivamente politiche.
In primo luogo, Salis è un’estremista di sinistra e quindi “dalla parte dei buoni per principio”. Poi ha quasi ammazzato un nazista, quindi “un reato minore, anzi nemmeno un reato, quasi un’azione meritoria”. Insomma, nell’orizzonte ideologico della sinistra, siamo ancora all’“uccidere un fascista non è un reato”.
Poi si sta parlando dell’Ungheria, un Paese da sempre sotto osservazione dell’Europa progressista per il rispetto dello stato di diritto. Si sono ipotizzate sanzioni a riguardo, e il caso Salis si inquadra esattamente in questa dinamica conflittuale fra istituzioni comunitarie e il “diavolo Orban”.
A questo aggiungasi le immagini dell’imputata Salis in catene, in versione martire. Insomma, tutto questo ha confermato i diversi dubbi, soprattutto sul sistema dell’esecuzione penale ungherese, e in particolare se sia conforme o meno ai principi di diritto liberaldemocratici ed europei
In questo quadro così complicato – che oggi ha trovato il proprio crisma ufficiale – si inserisce un franco tiratore di centrodestra che salva l’estremista rossa. Quel voto che ha fatto la differenza proviene, infatti, molto probabilmente dal PPE, gruppo parlamentare a cui aderisce FI.
Già il polverone si era sollevato in commissione, quando i voti del PPE avevano già salvato la Salis, e ora la scena si ripete al plenum in Aula.
Tutto ciò ha provocato le ire funeste della Lega, che non ha perso l’occasione per attaccare frontalmente Forza Italia, che ha reagito altrettanto aggressivamente. Volano stracci tra Tajani e Salvini, ma è evidente che le giustificazioni del partito forzista sono piuttosto scivolose e del tutto incapaci di fugare i dubbi… Anzi
La sensazione, insomma, è che qualcuno nel centrodestra europeo sia caduto mani e piedi nel tranello della sinistra, innescato con la richiesta di voto segreto per il pronunciamento.
Da questo punto di vista: game, set, match! Il trappolone ha funzionato alla grande: Salis graziata e centrodestra in fibrillazione
Ma perché qualcuno dei popolari ha agito in tal modo? Sincero amore per il garantismo e le garanzie processuali e detentive? O c’è qualcosa di più? C’è forse qualcuno che deve essere a sua volta salvato? Insomma, si tratta di un do ut des?
Chissà… vedremo in futuro
Intanto la Salis giubila dicendo che “ha vinto la democrazia e l’antifascismo” (che c’entra? Boh!).
Ma alla fine ha ragione Tommaso Cerno quando dice che è un bene che sia finita così. In caso contrario, chi mai avrebbe sopportato una sinistra starnazzante che gridava ai quattro venti della persecuzione del fascista Orban contro la nuova partigiana?
Suvvia, alla fine l’abbiamo scampata bella!
Leggi anche: