Che fine hanno fatto i veri italiani?

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Italiani – In un solo giorno, a Firenze, abbiamo assistito a due accadimenti che mi lasciano sbalordito. Tacendo di quello che avviene comunemente sulle coste siciliane, dove ora sbarcano addirittura con cappello di paglia e barboncino (il prossimo step sarà il trolley Vuitton).

Ma non divaghiamo, e andiamo per cronaca:

  1. Ad una fontana per abbeverare i turisti e i fiorentini di passaggio alle Cappelle Medicee, si presenta un tizio, nudo come mamma lo ha fatto e si lava. Giustamente il caldo va stemperato nell’acqua di fonte. Giustamente l’igiene personale è fondamentale.
  2. Cosa c’è di più bello di godersi una bella passeggiata sotto il Duomo di Firenze? Godersela in tenuta adamitica. La temperatura è alta ed i vestiti potrebbero appiccicarsi addosso.

Adesso devo stare molto attento a quello che scrivo, perché sentirsi tacciare di fascioleghista (quanto mi piace questo neologismo coniato dal dimenticabile Governatore della Toscana Rossi) è un attimo. Anche se penso di poter sopravvivere.

Voglio fare pure finta che questi due galantuomini fossero italiani, anzi fiorentini, invece che di “colore” e immigrati clandestini. Voglio pure evitare qualsiasi commento non sulle forze dell’ordine che più che arrestarli non possono. Non voglio nemmeno commentare le istituzioni che permettono questo degrado assoluto (del resto i migliori amici di Rossi sono i rom).

Italiani, popolo di fotografi

La cosa che più mi addolora è che l’italiano medio, quello che lavora e che manda avanti una famiglia. Quello con l’autoradio sempre nella mano destra e un canarino sopra la finestra, sia sparito, estinto, vaporizzato.

Non è un caso che abbia citato una canzone del 1983. Perché in quel periodo (non ai tempi del Fascismo), un qualsiasi buon padre di famiglia che avesse assistito ad una scena del genere, avrebbe fatto due cose: scendere in strada a tirare due ceffoni dati bene al malcapitato, e poi coprirlo con un lenzuolo. Magari non sarebbe neppure stato da solo.

Adesso invece, rintanati dietro le proprie finestre o i nelle proprie auto, si indignano via web filmandoli coi loro telefonini.

E se poi ci fosse veramente qualcuno che tirasse veramente un paio di schiaffi sonori, allora questo (sempre ripreso dai solerti documentaristi) diventerebbe un razzista-violento-fascista-xenofobo-squadrista-omofobo e per finire fascioleghista. Insomma un mostro. Magari pure filmato e indagato dal giudice in cerca di notorietà.

Purtroppo noi italiani siamo diventati un popolo di culi pesi: ci piace lamentarci ma stando comodamente seduti in poltrona. Non abbiamo più la voglia, l’iniziativa di difendere i nostri valori. E le nostre istituzioni, cari miei, non sono altro che un’emanazione della nostra volontà. Se siamo noi per primi, cittadini comuni, a permettere che si vada in giro nudi, perché ci aspettiamo che chi abbiamo votato e messo a dirigerci debba essere diverso da noi?

Troppo buonismo, troppo permissivismo, troppo “aspetta che mi metto a 90 gradi così puoi fare quello che vuoi” hanno ridotto la nostra nazione ad una terra di conquista. Siamo buono da indignarci di più per un ceffone dato bene che per uno che caca in mezzo alla piazza.

O tempora, o mores (Cicerone)

 

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