Caso Magherini: analisi di una Sentenza che non convince

Ho letto la motivazione della sentenza di assoluzione dei Carabinieri nel processo Magherini, pur con rispetto, non la condivido. E’ un mio diritto e credo di conoscere bene il processo per aver partecipato a due gradi… 

Da una lettura veloce, mi pare che nella sentenza della Cassazione non ci siano censure alla sentenza impugnata, se non in punto che l’autore – oltre che aver violato una regola cautelare generica – (non) potesse prevedere ex ante quello specifico sviluppo causale ed attivarsi per evitarlo; e se il comportamento alternativo lecito avrebbe evitato l’evento.

E dice la Corte che il giudizio controfattuale è valido.

Al di là di altre valutazioni…(sic!)

La Suprema Corte cita quanto scritto nella sentenza impugnata: “avere trascurato di considerare che il placarsi delle grida e l’affievolimento della voce e l’assenza di movimenti del corpo significavano, o comunque potevano significare, una grave sofferenza asfittica….”.

A proposito di prevedibilità, dice la Cassazione, va considerata (e basta) anche la sola possibilità per il soggetto di rappresentarsi una categoria di danni, sia pure indistinta, potenzialmente derivante dal suo agire, tale che avrebbe dovuto convincerlo ad astenersi o ad adottare più sicure regole di prevenzione; si deve aver riguardo alla potenziale idoneità della condotta a dar vita ad una situazione di danno e non anche alla specifica rappresentazione ex ante dell’evento dannoso…(pag. 60)

La frase “sto morendo” – secondo la Corte di Cassazione – poteva essere valutata nel quadro delle affermazioni deliranti. 

Però, considerata la premessa, fatta dalla stessa Cassazione, che è sufficiente la sola possibilità di rappresentarsi una categoria di danni sia pure indistinta, non convince la svalutazione della frase “sto morendo”, laddove la stessa Cassazione non afferma che tale frase era senz’altro ascrivibile all’atteggiamento delirante, ma che “poteva” esser valutata nel quadro di affermazioni deliranti. 

Con ciò, appare evidente che ben “poteva” essere valutata altrimenti, tanto più che la voce si affievoliva e, a dire il vero, per come stava Riccardo, sembrava una frase tutto meno che “delirante”, bensì una concreta richiesta di aiuto.

E, secondo me, non andava nemmeno ammanettato e buttato a terra: Riccardo aveva SOLO BISOGNO DI AIUTO.

Ma RICCARDO E’ UN FUOCO CHE NON SMETTERÀ’ MAI DI ARDERE DENTRO I CUORI DI TANTISSIME PERSONE. 

Dentro i cuori dei familiari e di una città intera, come si è visto, anche domenica allo Stadio Artemio Franchi.

Riccardo vive con Firenze.

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