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Home Cultura

CASO GIULI-VENEZIANI: IL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI

di Roberto Lobosco
28 Dicembre 2025
In Cultura
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CASO GIULI-VENEZIANI: IL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI
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CASO GIULI-VENEZIANI: IL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI
Negli ultimi giorni ha tenuto banco il caso Giuli-Veneziani. Ad innescare la polemica un articolo del noto intellettuale di destra Marcello Veneziani apparso su La Verità in cui si evidenziava come il governo Meloni dovrebbe essere più incisivo:

“Da quando è al governo la destra non è cambiato nulla nella nostra vita di italiani, di cittadini, di contribuenti e anche in quella di “intellettuali”, di “patrioti’”e di uomini “di destra”. Tutto è rimasto come prima, nel bene, nel male, nella mediocrità generale e particolare”

Riconosceva comunque le capacità politiche di Giorgia Meloni (“C’è lei, solo lei, il resto è contorno e comparse”) e di aver “governato con abilità, astuzia, prudenza e con una mimica verace e una verve passionale che suscitano simpatia”.
Il ministro della cultura Alessandro Giuli non ha gradito ed è intervenuto criticando Veneziani nel corso di un convegno alla Camera:”Consentitemi di esprimere una dose omeopatica di contravveleno nei confronti di chi, da sinistra o da una sempre più presunta destra, ha deciso di arruolarsi nel fronte del nemichettismo pur di negare la forza dei fatti e dei numeri; invece di incoraggiarci o almeno di giudicare con equanimità”.

In primo luogo dovremmo interrogarci sulle modalità di comunicazione del Ministro che con le sue dichiarazioni ha prodotto enorme pubblicità all’articolo che è stato rilanciato ovunque e usato come argomento antigovernativo e ha scaturito un effetto domino per cui sono intervenuti altri intellettuali, tra cui il professor Franco Cardini

In secondo luogo apre un dibattito all’interno del centrodestra e del suo elettorato, a tre anni dall’insediamento del governo e a due dalle nuove elezioni politiche, su quello che è stato effettivamente realizzato. Ed in ogni caso va sottolineato che i sondaggi sembrano premiare il governo.
Anche grazie, questo va detto, alla totale inconsistenza della sinistra e dunque della mancanza di alternative. Infine, alcune considerazioni si impongono su quello che è il ruolo degli intellettuali e della cultura.

Non si può pretendere che vi sia un allineamento totale al governo. Le critiche, giuste o sbagliate che siano, anche esagerate, devono essere uno stimolo a fare meglio o qualcosa di diverso

È fisiologico che anche all’interno di una stessa area culturale vi sia qualcuno che sperava in qualcosa di differente, rimproveri alcune scelte o la mancanza di coraggio nell’affrontare certi temi.
Ovviamente governare è più complesso, richiede anche compromessi con gli alleati della coalizione, con i vari corpi intermedi e realtà esistenti all’interno della società che difendono i loro privilegi e i loro interessi, con l’opposizione e con realtà ostili come i sindacati e settori della magistratura.

Questo però non toglie che tra gli elettori e all’interno della cultura di destra ci sia o ci possa essere un dissenso, la speranza di un cambiamento più radicale e la voglia di “più destra”

Anche perché il tempo passa e una così ampia maggioranza va sfruttata per far davvero cambiare rotta al Paese. Non limitarsi a stare sulla difensiva ma andare ad incidere davvero sulla realtà con riforme profonde e durature, più attenzione alla sicurezza, più decisione sul fronte immigrazione, più sensibilità verso i temi sociali e del lavoro e una visione più a lungo termine anche in tema di politica estera e posizionamento dell’Italia e dell’Europa all’interno del complesso sistema di relazioni internazionali.

Da sempre è stato problematico il rapporto tra il mondo culturale e la politica. Quest’ultima, nei limiti del possibile, deve trovare soluzioni ai problemi e metterle in pratica

Il mondo della cultura deve svolgere il suo ruolo di critica costruttiva, deve impegnarsi nella ricerca e diffusione della conoscenza, nell’alimentare il dibattito pubblico e nell’offrire coordinate per comprendere la società. Deve analizzare la realtà, sintetizzare le informazioni, formulare opinioni, informare il pubblico, fornire strumenti culturali per comprendere il mondo che ci circonda e denunciare le ingiustizie. Soprattutto deve essere “il cane da guardia del potere”.

Altrimenti genera solo conformismo, non contribuisce al dibattito, alla conoscenza, ai cambiamenti necessari e alla difesa dei valori

Attraverso il pensiero deve dare senso al mondo, stimolare la riflessione e fornire nuove chiavi di lettura. La sua funzione è dunque necessaria, soprattutto quando sfida o critica il potere.
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Tags: CULTURADe GiuliIN EVIDENZAINTELLETTUALIMARCELLO VENEZIANI
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