Cambia il Governo e salta la vendita di Iveco alla Cina

a pensar male

A pensar male si fa peccato, ma… Quante volte abbiamo sentito e pensato a questa frase. Ed è proprio così: molto spesso ci azzecchiamo. La storia ci insegna che i cattivi pensieri, spesso e volentieri, sono pensieri reali.

Pensiamo che durante il governo (appositamente scritto con la minuscola) Conte i rapporti commerciali con la Cina si sono intensificati, ingigantiti. E sempre per favorire la colonizzazione cinese dei territori e delle imprese italiane.

“La (Nuova) Via della Seta, è un’opportunità storica per aprire nuovi mercati a favore delle nostre imprese, tessendo profonde relazioni commerciali che potranno produrre importanti opportunità di investimento.” Scriveva Giuseppi sul suo profilo Facebook il 27 aprile 2019.

In effetti importanti opportunità di investimento ci sono state. E anche imprese favorite. Cinesi. Monopattini, banchi a rotelle. Per tacere di mascherine (anche non certificate) e ventilatori polmonari che presentano difetti. Tutta roba comprata da Arcuri per conto Conte. A pensar male…

Da Cnh a Faw Jie Fang. La (in)gloriosa fine di Iveco

Iveco, fiore all’occhiello dei mezzi pesanti italiani, è di proprietà della holding italoamericana Cnh  di cui fa parte anche FIAT. Una società con un fatturato di 25 miliardi di euro, quotata a Milano e a New York. Sotto i governi Conte si era apparecchiata la tavola per il passaggio di Iveco a Faw Jie Fang, ovviamente cinese.

Ma adesso con Draghi e Giorgetti, la trattativa è saltata. A pensar male…

Chissà Casaleggio e C. come ci sono rimasti male. Sicuramente qualcuno (in modo assolutamente legale, ben inteso) avrebbe tratto un bel po’ di profitto da questo passaggio. E adesso, invece niente da fare. Sorry.

Giorgetti e il MISE hanno accolto “con favore la notizia del mancato perfezionamento della trattativa tra Cnh e Faw Jie Fang per la vendita di Iveco”.

Un punto per noi.

 

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