Brunetta e la fine dello smart working per i dipendenti pubblici

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Renato Brunetta, Ministro della Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, ieri ha sparigliato il tavolo. Lo smart working cesserà di esistere. Almeno per i dipendenti pubblici.

Brunetta a accelerato a tavoletta. Basta stare a casa. Si torna tutti in ufficio, naturalmente con tutte le sicurezze del caso. E questo perché, secondo il ministro ma anche secondo la logica, il tasso di crescita del PIL potrebbe avere un’accelerazione importante.

Questo non solo pensando ad un’efficienza riportata alla normalità degli uffici interessati, con vantaggi sensibili per la popolazione (cosa che dovrebbe essere normale, ma non in Italia). Ma soprattutto per tutto quello che, in termini economici, viene chiamato “indotto”.

Il lavoro da casa, tanto utile in certe selezionate occasioni, porta a cascata degli svantaggi importanti. Facciamo qualche rapido esempio.

Lavoro da casa, o smart working

Paola (nome di fantasia) si sveglia. Si prepara il caffè e, mentre la moka gorgoglia, si spalma un po’ di marmellata sulle fette biscottate. Poi accende il computer e comincia a lavorare.

Pausa pranzo. Insalata e petto di pollo. Altra moka e poi di nuovo davanti al computer, fino alla fine dell’orario di lavoro.

Vantaggi per l’indotto? ZERO.

Lavoro sul posto

Paolo (nome di fantasia) si sveglia. Sceglie la camicia e i pantaloni. Prende il casco e sale sul motorino. In riserva, deve fare benzina. Arriva al lavoro. Davanti c’è il suo bar e prende una brioche alla marmellata e un espresso.

Poi in ufficio fino alla pausa pranzo. Oggi pizza: c’è un forno all’angolo che fa un’ottima quattro stagioni. altro caffè nel suo bar e di nuovo in ufficio.

Arriva l’ora di andare, prende il motorino e si avvia verso casa. Si ferma in lavanderia (Paolo vive da solo) e ritira le 3 camicie e i pantaloni che ha portato a lavare.

Conclusioni

Lo smart working non fa girare l’economia. Inchioda l’indotto e deprime il PIL. Lavorare in presenza fa consumare. Uno dei fattori fondamentali della ricchezza di un paese, è la velocità di circolazione del denaro. Paolo ha fatto circolare denaro con: benzinaio, bar, forno, lavanderia. E questo soltanto perché ha lavorato in presenza.

Di conseguenza: benzinaio, barista, fornaio e lavandaio avranno in tasca soldi in più che riverseranno nell’economia reale portando il PIL ad aumentare come ha detto il ministro Brunetta.

Che i sindacati se ne facciano una ragione.

 

Nota per i rompipalle delle discriminazioni: Paola e Paolo sono intercambiabili nei loro ruoli. Non c’è, da parte dell’autore, nessun intento discriminatorio neanche nei confronti del benzinaio ecc. Sono al maschile perché mi andava così.

 

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