Bobby Sands: il figlio d’Irlanda

Un deputato che si lasciò morire di fame

bobby sands

Bobby Sands avrebbe avuto oggi sessantasette anni.

Morì non ancora trentenne, eletto da poco meno di un mese come più giovane deputato del parlamento inglese, a seguito di un lungo sciopero della fame nel carcere inglese di Long Kesh. Lottando per il riconoscimento dello status di prigionieri politici ai detenuti nordirlandesi.

L’idea di candidarlo alle elezioni suppletive per un seggio vacante proprio durante lo sciopero della fame e la sua detenzione, venne ad alcuni attivisti suoi compagni. Ben dieci detenuti morirono nel corso dello sciopero in questione.

Sands morì dopo ben sessantasei giorni di digiuno. Successivamente la legge britannica venne modificata al fine di impedire ai detenuti di poter partecipare alle elezioni politiche.

La morte del giovane attivista nordirlandese provocò rabbia ed indignazione in tutto il mondo.
Ma un’altra conseguenza incredibile fu il fatto che, mentre precedentemente spesso i repubblicani nordirlandesi intransigenti boicottavano le urne, successivamente alla morte di Bobby la partecipazione di questi aumentò notevolmente. Portando ad una grossa crescita del partito Sinn Féin.

I funerali di Bobby Sands

Forte di una presenza massiccia nel Parlamento nordirlandese, il partito portò avanti una lotta quasi ventennale fino ad arrivare al grande successo del Belfast Agreement. Il famoso Accordo del Venerdì Santo che ha portato importanti riconoscimenti all’autonomia dell’Irlanda del Nord e mitigato la drammatica guerra civile in corso.

Il testamento politico di Bobby Sands

Durante il digiuno Bobby Sands scrisse un diario, che è diventato il suo testamento politico.

“Se non sono in grado di uccidere il tuo desiderio di libertà, non potranno spezzarti. Non mi spezzeranno perché il desiderio di libertà, e della libertà della popolazione irlandese, è nel mio cuore. Verrà il giorno in cui tutta la gente d’Irlanda potrà mostrare il suo desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna”.

Queste parole segnano la fine del diario e della vita terrena di Bobby Sands, ma segnano anche l’alba di un nuovo corso per quell’Irlanda libera alla quale lui e molti altri giovani patrioti hanno dedicato la vita.

 

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