Bielorussia, 3.000 arresti post voto. Lukashenko l’eterno dittatore comunista

BIELORUSSIA

Bielorussia – Lukashenko ha il deretano sulla poltrona presidenziale dal 1994, e non ha nessuna voglia di spostarlo. Comunista della vecchia guardia sovietica, si nasconde dietro una democrazia di carta pesta. A Minsk, regna una dittatura di stampo sovietico. Il resto sono chiacchiere date in pasto ai media internazionali.

Ventisei anni gloriosi, a sentir lui. Un consenso costante dell’80%, a sentir lui. Ma comunismo e menzogna, si sa, vanno da sempre a braccetto. E si vede.

Un morto e centinaia di feriti

Alla chiusura ieri sera di seggi delle presidenziali sono esplose proteste da oceaniche. La polizia è intervenuta in forze. A Minsk gli agenti hanno sparato pallottole di gomma, lanciato lacrimogeni e usato idranti. Un manifestante è morto dopo essere stato investito da un veicolo. Viva Lukashenko.

3mila le persone arrestate, secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno. Numeri da capogiro.

I dati ufficiali assegnano l’80% dei voti all’eterno presidente in corsa per un sesto mandato. La sua sfidante Tikhanovskaya, accolta da decine di migliaia di persone ai suoi comizi, si sarebbe fermata al 9,9%. Ma le folle scese in strada smentiscono decisamente il risultato.

Il compagno presidente Lukashenko

“Vattene” dalla Bielorussia

A Minsk la gente gridava: “Vattene”, racconta un reporter del Guardian che era presente e contro il quale sono state sparate pallottole di gomma. Un video mostra un veicolo dell’esercito che appare travolgere un dimostrante. Notizie di scontri arrivano da una ventina di città.

In alcune città più piccole la polizia si sarebbe rifiutata di intervenire contro i manifestanti.

“Credo ai miei occhi e vedo che la maggioranza è con noi”, ha detto ieri sera Tikhanovskaya ai giornalisti. E ha chiesto alla milizia e ai soldati di “cessare le violenze” e “ricordarsi che fanno parte del popolo”.

La 37enne Tikhanovskaya si è candidata alle presidenziali dopo che il marito Sergei, un popolare blogger anti regime, è stato arrestato in maggio ed escluso dalle candidatura. A suo fianco si sono schierate Maria Kolesnikova, che guidava la campagna elettorale del banchiere Viktor Babariko, arrestato in giugno con accuse di corruzione dopo aver deciso di candidarsi alla presidenza.

Insieme hanno unito l’opposizione, con decine di migliaia di persone che hanno affollato i comizi di Tikhanovskaya, chiedendo un cambiamento dopo 26 anni di regime.

Arresti farlocchi di oppositori, risultati falsati, violenza. Gli ingredienti del comunismo ci sono tutti.

 

https://www.adhocnews.it/la-marina-militare-e-il-ridicolo-balletto-specchio-di-un-paese-che-affonda/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

www.youtube.com/adhoc

Tweet di ‎@adhoc_news

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version