Berlino, 5.000 agenti di polizia contro la guerriglia di sinistra del 1° maggio

BERLINO

Berlino –  Primo maggio ai tempi del coronavirus a Berlino. Anche quest’anno, nonostante i divieti, i gruppi di estrema sinistra hanno voluto esprimere la loro opinione. Lo hanno fatto con il senso civico che li contraddistingue in tutto il mondo. Cioè lanciando bottiglie incendiarie e sacchi pieni di vernice contro la polizia.

Per quest’anno i piani dei sinistri erano, tuttavia, un po’ diversi dal solito.  Non una grande “Manifestazione per Primo Maggio rivoluzionario” contro il capitalismo, ma piuttosto piccole azioni di protesta. Sempre violente, ovviamente.

A Berlino 5.000 agenti per il 1° maggio

In Germania, però, non si scherza. I gruppetti di antagonisti dei centri sociali hanno trovato ad aspettarli 5.000 agenti. Cinquemila. Diversi scalmanati sono stati tratti in arresto. Il protocollo per l’arresto d loro differisce leggermente dal nostro.

Se servono le botte gli agenti sono autorizzati a dispensarne. Il soggetto viene portato via da tre agenti. Due ai lati e uno dietro. Lo tengono ben saldo. Se non vuole stare in piedi o si divincola troppo viene trascinato. Se urla gli tappano la bocca con una mano. Nessuna polemica. Si chiama ordine pubblico ed è necessario mantenerlo.

Alle persone normali, cioè a coloro che non escono di casa con le molotov in tasca, tutto ciò garantisce un senso di sicurezza sociale. In Italia preferiamo la falsa libertà. La sicurezza sociale? Un ricordo lontano.

In Italia? Le botte le prende la Polizia

Da noi gli agenti sono costretti a prendersi gli sputi in faccia e se reagiscono sono fascisti. I piddini si indignano e scoppia la solita polemica italica. Nel bilancio dei feriti gli uomini delle Forze dell’ordine superano sempre di gran lunga quello dei delinquenti di piazza di turno. Se mandiamo quattro gatti mal equipaggiati contro un orda di malintenzionati non possiamo aspirare a niente di meglio.

In Germania i metodi saranno forse da fascio, ma noi, grazie al buonismo sinistroide, siamo allo sfascio.

 

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