Beirut: il nitrato d’ammonio e l’esplosione, approfondiamo la questione

Beirut

Beirut – Il nitrato di ammonio, per adesso, viene indicato dalle autorità libanesi come il materiale responsabile della devastante esplosione avvenuta ieri a Beirut. Se la versione venisse confermata non sarebbe la prima volta, in passato è già stato causa di numerose esplosioni industriali e non solo. Stiamo parlando di una sostanza cristallina inodore, comunemente usata come fertilizzante. La sua formula chimica è NH4NO3, la zona di estrazione è nel Cile, più precisamente nel deserto di Atacama.

IL SUO UTILIZZO E I PRECEDENTI

Come detto, in passato, a causa di questo composto chimico si erano già verificate numerose esplosioni. Una delle più famose è avvenuta in un impianto di fertilizzanti nello Stato americano del Texas, correva l’anno 2013 e 15 persone rimasero uccise. Un altro disastro accadde in Francia nel 2001, a Tolosa morirono 31 persone per un evento accidentale.

Il nitrato di ammonio è noto anche con il nome di salnitro ed è classificato come molto pericoloso. Solitamente viene sottoposto a una rigida serie di regolamentazioni e proprio per la sua forza esplodente è stato usato anche per compiere attentati terroristici. Come accaduto nell’attacco di Oklahoma City del 1995, che ha distrutto un edificio federale lasciando morte ben 168 persone.

Prodotto sottoforma di piccoli granuli porosi e altamente solubile, è anche uno dei componenti principali di molti tipi di esplosivi utilizzati nelle miniere e nelle cave di tutto il mondo, dove viene fatto esplodere dopo essere stato miscelato con carburante.

In agricoltura, invece, il fertilizzante di nitrato di ammonio viene applicato sotto forma di granuli e si dissolve rapidamente quando esposto all’umidità, permettendo all’azoto, fondamentale per la crescita delle piante, di essere rilasciato nel terreno. “In normali condizioni di stoccaggio e senza calore molto elevato, accendere il nitrato di ammonio è molto difficile”. Ha detto Jimmie Oxley, noto professore di chimica all’Università del Rhode Island.

L’ESPERTO AMERICANO

Se guardate il video [dell’esplosione di Beirut], vedrete il fumo nero e il fumo rosso, si è trattato una reazione incompleta”, ha detto. “Sto supponendo che ci sia stata una piccola esplosione che ha scatenato la reazione del nitrato di ammonio, questo può essere valido sia nel caso si tratti di un incidente che di qualcosa di intenzionale”. Sottolinea Oxley.

Il nitrato di ammonio è un ossidante: intensifica la combustione e consente ad altre sostanze di infiammarsi più facilmente, ma non è di per sé particolarmente combustibile. Ecco perché ci sono generalmente regole molto rigide su dove può essere immagazzinato: per esempio, deve essere tenuto lontano da combustibili e fonti di calore.

Molti paesi dell’Unione Europea, ad esempio, richiedono che al nitrato di ammonio venga aggiunto del carbonato di calcio, creando così il nitrato di ammonio di calcio, in modo da renderlo più sicuro. Gli Stati Uniti, hanno inasprito sensibilmente i regolamenti per la detenzione della sostanza.

In base agli standard antiterrorismo delle strutture chimiche, ad esempio, chi immagazzina più di 900 kg (2.000 libbre) di nitrato di ammonio è soggetto a continue ispezioni. Nonostante i pericoli descritti, Oxley afferma che l’uso legittimo del nitrato di ammonio nell’agricoltura e nell’edilizia è indispensabile. “Senza materiali esplodenti non avremmo questo mondo moderno e senza fertilizzante con nitrato di ammonio sarebbe impossibile alimentare la popolazione che abbiamo oggi. Abbiamo bisogno di nitrato di ammonio – ha concluso lo studioso – dobbiamo solo prestare molta attenzione a come gestirlo.”

L’ESPERTO ITALIANO

Dall’Italia una voce discordante, quella di un altro importante esperto, che infittisce decisamente il mistero. Si tratta di Danilo Coppe, tra gli esplosivisti più famosi d’Italia, che nel 2019 ha fatto da consulente all’abbattimento dei resti del Morandi. Al Corriere della Sera Coppe ha detto: “Non credo al nitrato di ammonio, mi sembra più plausibile un deposito di munizioni ed esplosivi”. Spiegando poi che “sembra più probabile un accantonamento temporaneo di armamenti. Le munizioni infatti fanno botti tutti uguali, come quelli che si vedono prima della grande deflagrazione. Io penso ci sia stata una prima esplosione di buona entità, che può aver dato il via a un incendio dove erano stoccate delle munizioni, che poi si sarebbe allargato fino a dove c’era un qualche esplosivo ad alto potenziale, contenuto dentro razzi o missili”.

“ll nitrato di ammonio, quando detona, genera una inequivocabile nuvola gialla. Invece dai video dell’esplosione, oltre alla sfera bianca che si vede allargarsi, che è condensa dell’aria in riva al mare, si vede chiaramente una colonna arancione mattone tendente al rosso vivo, tipica della partecipazione di litio. Che sotto forma di litio-metallo è il propellente per i missili militari. Penso che lì ci fossero degli armamenti”. Un’ipotesi alternativa ben circostanziata, sicuramente da prendere in considerazione.

Il Primo Ministro libanese, Hassan Diab, continua però a ribadire che l’esplosione è da attribuirsi a 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, immagazzinate per anni in un hangar del porto di Beirut. Per adesso questa resta l’unica versione delle autorità libanesi riguardo a cosa può aver materialmente provocato l’esplosione.

Il più grande dilemma, in ogni caso, resta ancora irrisolto: al di là di cosa sia esploso, si sarà trattato di evento doloso o colposo? Con il passare delle ore e soprattutto dei giorni, ci auguriamo di iniziare a capirne di più. 

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