No Way. Australia: Stato di diritto vero

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In Australia oggi inizia il primo dei quattro tornei di tennis più importanti al mondo: gli Australian Open. Il putiferio mediatico intorno alla figura del tennista Djocovic è di dominio pubblico. Sono stati versati litri di inchiostro sulla vicenda. Ognuno ha la sua opinione, sacra ed inviolabile.

Ma l’unica opinione che conta è quella del Governo australiano. Djocovic non può sbarcare in Australia. Punto, a capo e lettera maiuscola.

È un sopruso, come dicono molti? No. È semplicemente l’applicazione non umorale delle leggi di uno stato sovrano. Si chiama, in termine tecnico, stato di diritto. Prendiamo come fonte la ormai inconfutabile Wikipedia: “è quella forma di Stato che assicura la salvaguardia e il rispetto dei diritti e delle libertà dell’uomo; insieme alla garanzia dello Stato sociale. […] Il concetto dello Stato di diritto presuppone che l’agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti: dunque lo Stato sottopone sé stesso al rispetto delle norme di diritto, e questo avviene tramite una Costituzione scritta.”

Mi sembra che le chiacchiere stiano a zero. Ci sono delle leggi, e queste devono essere applicate. In prima istanza proprio dallo Stato che le ha promulgate. Questo anche per dare esempio ai cittadini, che a loro volta le devono seguire e rispettare.

Il “No Way” che ha già fatto scuola

Correva il 2014 quanto il ministero dell’immigrazione australiano fece cominciare a circolare il video NO WAY in cui semplicemente si diceva che chiunque cercasse di entrare in Australia via mare senza permesso, veniva respinto. Senza eccezioni, senza scappatoie. No way.

L’Australia ha fatto del rispetto assoluto delle regole una ragione di vita. E mi sa che hanno ragione loro, considerando il bassissimo tasso di criminalità di cui godono. In Australia, se vivi secondo la legge, stai benissimo. Trovi lavoro, hai una qualità della vita decisamente elevata. Se vivi al di fuori delle regole, o vieni buttato fuori (sul serio, non con un foglio di via) o sei in galera.

È un concetto di una semplicità disarmante. Forse troppo semplice e immediato per quei signori che fanno i politici perché non sanno fare altro nella vita e che, purtroppo, ci governano. Dal livello locale fino a quello europeo. E ti puoi chiamare anche Djocovic: se non rispetti la legge, non entri. Adoro i concetti semplici.

Lo stato di diritto. Puro e semplice. Talmente democratico che può sembrare totalitarista. Contro i nostri regimi totalitaristi che si travestono da democratici. I più adulti di noi si ricordano quando c’erano le due Germanie. La DDR, la Repubblica Democratica Tedesca, si chiamava così. Ma non era una repubblica ed era agli antipodi del concetto di democrazia.

Applauso all’Australia.

 

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