Ancora Renzi o mai più Renzi questo è il dilemma

Il PD sotto scacco dell'eterno rottamatore

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È stato il sindaco Nardella, proprio colui che di Renzi ha raccolto il testimone a Palazzo Vecchio, a lanciare un appello perché prevalga cosa vuole il PD. Spronando i dirigenti del suo partito a non farsi condizionare da ciò che invece chiede Matteo Renzi.

Nardella ha suggerito di andare a parlare con tutti. Certamente con Italia Viva, ma anche con Forza Italia che crede “ostaggio dei sovranisti”.

Dietro il ragionamento del sindaco di Firenze si scorge un più profondo problema di natura politica. Un uomo che tutti i sondaggi rilevano come ininfluente dal punto di vista elettorale, ha una nutrita pattuglia di parlamentari. Con la quale sarà in grado di influenzare in maniera determinante anche le scelte di un futuro governo che fosse vincolato nei parametri della maggioranza che appoggiava quello precedente.

Se anche Conte dovesse venire incaricato, comunque avrebbe una leadership minata. Poiché tutti hanno chiaro che la prospettiva di un ritorno alle urne, unica cosa che non farebbero dormire la notte Renzi, è una minaccia alla quale né lui né i pentastellati, che ne verrebbero falcidiati, saprebbero dare applicazione concreta.

Appurato che non vogliono a nessun costo votare, allora Renzi avrà la certezza di poter tirare la corda tutte le volte e quanto vuole, senza dover temere. Praticamente il più ininfluente a livello elettorale, diventerà ancora una volta il più influente a livello governativo.

Come fare per non rafforzare Renzi?

L’unico modo per evitare questo rafforzamento renziano sarebbe allargare la maggioranza, ma gli spazi di manovra sono estremamente esigui.

O si cerca di convincere l’opposizione a fare un governo di unità nazionale, cosa estremamente complessa alla luce della diversa visione delle soluzioni possibili per la corrente pandemia e per la crisi che ne sta conseguendo. Oppure si cerca di staccare dei segmenti dell’opposizione per avere un sostegno più stabile e ridimensionare il potere contrattuale di Matteo Renzi.

I cosiddetti responsabili però si sono rivelati sinora sono un inconsistente favoletta. I numeri parlano chiaro.
Le parole di Nardella prefigurano una strategia che potrebbe cercare di convincere il cavaliere ad appoggiare un governo Insieme al PD.

Parole che prefigurano l’idea di gettare un ponte a quello che è stato l’avversario storico della sinistra per tanti anni.

Ma per fare questo si chiederebbe a Berlusconi di distruggere il centro-destra e la sua unità. Prospettiva che un uomo che idealmente ne è il padre nobile non potrebbe accettare a cuor leggero.

I più spregiudicati teorizzano una possibile grossa contropartita sulla presidenza della repubblica. Meta che per Berlusconi significherebbe il coronamento di una carriera importante e la rivalsa su molte cose.

Una scelta difficile per questa maggioranza che non è in grado da sola di affrancarsi da Renzi. A breve sapremo se rottamare il rottamatore valga per la sinistra ed i pentastellati bere l’amaro calice.

 

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