Alessandro Tomasi, il candidato sottovalutato che può cambiare il volto della Toscana
Mentre l’ufficializzazione di Alessandro Tomasi come candidato presidente della Regione Toscana per il centrodestra segna un punto di svolta nella campagna elettorale, resta sorprendente il silenzio – o forse l’eccessiva sicurezza – con cui il centrosinistra ha accolto questa notizia.
Gran parte della stampa ha continuato a dare per scontata una larga vittoria di Eugenio Giani, parlando di un vantaggio a doppia cifra che, ancora una volta, rischia di rivelarsi una pericolosa illusione ottica
Una dinamica già vista: anche nel 2020 si parlava di 20 punti di vantaggio per Giani, che poi vinse con soli 8 punti su Ceccardi. Un margine ridotto, ben lontano dai 20 e oltre di Enrico Rossi nel 2015.
Questa sovrastima sembra derivare da una lettura superficiale del quadro politico, quando ancora mancava un avversario ufficiale per Giani. Ora che Tomasi è sceso in campo, con il sostegno unanime di una coalizione compatta e strutturata, la partita cambia radicalmente.
Tomasi, sindaco di Pistoia riconfermato con forza, rappresenta un profilo di concretezza e affidabilità. In un contesto regionale dove molti elettori lamentano l’immobilismo dell’attuale giunta, la sua candidatura può intercettare una voglia di cambiamento reale, non ideologico ma amministrativo
Giani, al contrario, paga un quinquennio segnato da molte promesse e poche realizzazioni, soprattutto su grandi dossier come l’aeroporto di Firenze, dove ha dovuto mediare fino a snaturare completamente la propria posizione.
Ma non è tutto. La debolezza del “campo largo” è un altro nodo cruciale: da una parte l’alleanza con M5S e AVS dovrebbe allargare la base elettorale, ma nella pratica produce l’effetto opposto. La storia recente del Movimento 5 Stelle dimostra che quando sostiene candidati istituzionali e “di sistema”, come Giani, il suo elettorato tende a disertare le urne. D’altra parte, centristi e riformisti osservano con crescente disagio le continue concessioni del governatore uscente alle posizioni più radicali della coalizione.
Il centrodestra, invece, si presenta con un’identità chiara e una proposta amministrativa basata su modelli già sperimentati e apprezzati in diverse città toscane. È su questa affidabilità, non sull’agitazione ideologica, che Tomasi costruisce la sua sfida
È quindi possibile – anzi probabile – che Alessandro Tomasi sia stato finora sottovalutato come effetto dirompente. Non solo come candidato, ma come simbolo di una nuova fase
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