Sono passati sessantasette anni da quel lontano 19 agosto 1954, quando morì Alcide De Gasperi.
Iniziò la sua vita da italiano suddito degli Asburgo.
Giovane studente trentino vinse una borsa di studio per l’università di Vienna dove si laureò in legge. Arrivando ad acquisire una padronanza assoluta della lingua tedesca.
Venne eletto prima alla dieta di Innsbruck e successivamente al parlamento di Vienna nell’ultima legislatura prima della caduta dell’impero.
Da italiano fu un elemento di spicco del Partito Popolare di Don Sturzo.
Durante il fascismo fu praticamente bandito dalla vita politica. Si dovette accontentare, di un posto di lavoro alla biblioteca Vaticana.
Un impiego modesto ed un altrettanto modesto stipendio, che però gli consentirono di mandare avanti la famiglia da uomo frugale quale era.
Il governo fascista cercò varie volte di farlo allontanare, ma il Pontefice stesso si rifiutò sempre di acconsentire.
È stato l’ultimo politico a ricoprire la carica di presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’italia ed il primo quella di presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. Resta ad oggi anche il politico che ha presieduto per più volte il governo.
Otto volte Primo Ministro
Ben otto governi sono stati guidati direttamente da lui, tra il 1945 ed il 1953.
Ebbe un ruolo decisivo e di primo piano nella ricostruzione dell’Italia a seguito della devastazione portata dal conflitto mondiale.
Con grande dignità ed assumendo su di sé, quale Capo del Governo italiano, tutto il peso di una sconfitta militare causata dalle scelte di una dittatura che lo aveva perseguitato, pronunciò uno storico discorso il 10 agosto 1946, alla conferenza di pace delle potenze vincitrici a Parigi.
“Sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me. È soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa ritenere un imputato. L’essere arrivato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione”. Questo fu l’incipit con il quale difese il popolo italiano in quella difficile situazione.
Convinto oppositore di ogni regime dittatoriale fascista o comunista che fosse, lavorò assiduamente per collocare l’Italia nel Patto Atlantico e muovere i passi fondativi della Comunità Europea.
Fu anche contro l’accordo tra la Democrazia Cristiana e la destra per le elezioni amministrative del comune di Roma, nonostante Pio XII lo supportasse.
Era un cattolico che credeva fortemente nell’ autorevolezza dello Stato e nella sua indipendenza.
Probabilmente in questo influenzato dalla tradizione austro-ungarica di uno Stato forte seppur vicino alla Fede Cattolica.
Il Papa si rifiutò di ricevere lui e la sua famiglia per un udienza privata.
Emblematica la frase di Montanelli che, parlando di quando andava a messa con il suo delfino Andreotti scrisse: “ tutti credevano che facessero la stessa cosa. Ma non era così. In chiesa, De Gasperi parlava con Dio; Andreotti col prete. Era una divisione di compiti perfetta”.
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