Al Baghdadi è stato tradito da una delle mogli e da una nipote

Una delle tre mogli e uno dei tanti nipoti di Abu Bakr al Baghdadi avrebbero giocato un ruolo nella sua dipartita: secondo fonti del New York Times , è stato proprio l’arresto di una moglie e di un «corriere» l’estate scorsa a mettere i cacciatori sulle sue tracce. Ufficiali iracheni hanno raccontato al Guardian della cattura di un uomo siriano che aveva già fatto passare nella zona di Idlib le mogli di due fratelli del Califfo, Ahmad e Jumah, dopo aver condotto sulla stessa rotta alcuni figli dall’ Iraq.

Con il siriano e sua moglie, l’intelligence avrebbero «cooptato» un nipote del capo dell’Isis: le informazioni avrebbero portato all’individuazione della zona in cui si nascondeva il ricercato mondiale numero uno, che non si fidava di nessuno al di fuori della cerchia dei fedelissimi

Così vicini da morire con lui. Due mogli uccise nel blitz, hanno detto gli americani.

Tre figli saltati in aria nel tunnel. Scudi umani o eredi devoti? I nomi e l’ età non sono stati resi noti. Nessuno presta molta attenzione ai familiari di un tagliagole responsabile di innumerevoli vittime. La sua uccisione offusca quelle dei suoi cari. Quando gli americani nel 2006 disintegrarono il rifugio di Al Zarkawi, il precedessore del Califfo, chi ricorda che sotto le macerie rimase almeno una delle quattro mogli con il figlio?

Diverso destino per Hudhayfah al Badri, il figlio diciottenne di Al Bagdhadi, scomparso durante un attacco a una centrale termoelettrica in Siria l’ anno scorso. I siti vicini all’ Isis hanno celebrato «il martirio» del giovane mostrandolo con un kalashnikov nelle braccia. Hudhayfah era nato nel 2000 a Samarra, quando il padre si faceva ancora chiamare Ibrahim Awad ed era sposato con Asma al Dulaimi.

Nel corso degli anni, Al Baghdadi ha aggiunto altre due o tre mogli: Isra A-Qaisi (siriana) e Saja al Dulaimi. Nozze lunghe e brevi. Benché l’ ufficio anagrafe del Califfato prevedesse un’ identificazione precisa per nascite e matrimoni, la famiglia del capo è sempre stata avvolta nella leggenda.

Nell’ ottobre 2015 si diffuse addirittura la notizia che il leader avesse sposato una quindicenne foreign fighter tedesca, Diane Kruger, nella provincia irachena di Ninive. La Reuters citando fonti tribali in Iraq ha riportato che Al Baghdadi avesse tre mogli, due irachene e una siriana. Più di recente, una compagna si sarebbe aggiunta dal Golfo. Anche il numero dei figli «ufficiali» non è certo: 6 secondo William McCants, ex consigliere del Dipartimento di Stato Usa.

Un tranquillo padre di famiglia: così l’ ha descritto Saja al Dualimi, arrestata in Libano nel 2014 dopo essere stata liberata dalle prigioni siriane grazie a uno scambio con dodici suore prigioniere dell’ Isis. Saja viene descritta come la moglie più «tosta», anche se lei stessa ha giurato che il matrimonio sarebbe durato solo tre mesi nel 2009. Rimasta vedova del primo marito (ex ufficiale di Saddam ucciso dagli americani) si era spostata come molti sunniti iracheni in Siria. La donna ha raccontato di aver saputo della vera identità di Al Baghdadi (conosciuto via chat) solo dopo avere chiesto il divorzio, «a causa delle ristrettezze economiche in cui lui versava».

Frutto della loro relazione fu Hagar: il Califfo mandò l’ equivalente di 100 dollari mensili per il mantenimento della piccola, prima di sospendere l’ invio nel 2011. Saja, liberata in Libano nell’ ottobre 2017, ha rilasciato interviste in cui parla del Califfo come di un padre premuroso che giocava con i figli, anche se spesso spariva dicendo «di andare a trovare il fratello». Altre figure femminili nella cerchia familiare hanno avuto un ruolo importante, forse più delle sue stesse mogli.

Una zia, Saadia Ibrahim, è stata con lui fin dall’ inizio. Due dei suoi figli sono morti combattendo sotto i vessilli neri dell’ Isis. Era zia Saadia a gestire la rete dei rifugi segreti del nipote adorato a Mosul. Era con lui anche in Siria? Il papà premuroso che diventava brutale con le schiave. Una giovane yazida ha raccontato al Guardian di essere stata violentata dal Califfo quando era ancora una ragazzina.

Lei che vide la cooperante americana Kayla Mueller tornare in lacrime dopo essere stata stuprata dal boss, un giorno fu convocata dal capo supremo. Pensava a nuove violenze in camera da letto, e invece lui scherzando la fece sedere sul divano in soggiorno. E aprendo il laptop nero le mostrò una decapitazione con aria divertita: «Abbiamo ucciso quest’ uomo oggi». Quell’ uomo era il giornalista James Foley. «Si divertiva a vedere le nostre reazioni».

Michele Farina per il “Corriere della sera”

 

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