Addio ai numeri romani nei musei

Sembra che la stragrande maggioranza delle persone non sappiano leggere i numeri romani, e allora i musei si adeguano non senza polemiche.

Il primo è stato il Louvre di Parigi, che già da qualche anno ha preferito i numeri arabi a quelli romani.

Adesso è la volta del museo Carnavalet (sempre a Parigi), che dopo 4 anni di lavori e ristrutturazione ha soppresso le targhe con i numeri romani.

Non più Luigi XIV in numeri romani, ma un semplice Luigi 14

Va detto che IL Louvre aveva optato per i numeri arabi in merito ai secoli. Ma aveva mantenuto quelli romani per i re…quasi come una forma di rispetto.

Questa rivoluzione nasce dal fatto che i responsabili dei 2 musei parigini hanno verificato che i turisti non sanno leggere a colpo d’occhio i numeri romani, eccezion fatta per gli italiani e pochi altri.

E allora ecco arrivare i numeri arabi sotto le targhe. anche queste riviste e corrette a favore di un turismo che sembra essere sempre più svogliato ed ignorante.

Infatti anche le targhe sotto i monumenti dovranno essere concise: non più di 1500 battute.

Viene così tagliata la testa al passato con l’intento di avvicinare sempre più pubblico. Ma siamo certi che passare da IV a 4 sia un segno di evoluzione e non di involuzione culturale?

Le polemiche stanno già divampando.

In molti si chiedono se sia giusto cancellare secoli di storia a favore di un pubblico che non ha la voglia di sforzarsi per capire un numero romano o leggere una targa sotto un monumento.

Non sarebbe stato meglio mettere una semplice legenda all’entrata di ogni sala museale, invece di trasformare Enrico VIII in Enrico 8.

Va detto che qualcuno si è rifiutato di seguire questo cambiamento. come il direttore dei musei di Rouen in Normandia, dove l’idea parigina stava per essere importata.
Continua quindi il dibattito tra difesa della storia e della conoscenza a favore (o sfavore) della divulgazione di massa.

Meglio avere più pubblico, anche se svogliato, o mantenere la storia per quello che è?

Davvero leggere più di 1.500 battute nella targa che spiega un’opera è complesso?

Viene da pensare che tutta questa storia e cultura non ce la meritiamo.

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