Accordo Unicredit MPS alla deriva, dopo l’elezione di Letta

MPS

Tre mesi di trattative ufficiali, e quasi un anno di avvicinamenti e rotture: ora UniCredit e il Tesoro dicono formalmente addio alla compravendita di Mps.

Un’altra sfolgorante vittoria del PD.

Quel PD che ha contraddistinto il CDA e gli amministratori della Fondazione senese, il partito che di fatto ne ha segnato la crisi.

Una crisi senza fine, nonostante le susseguenti ricapitalizzazioni con i soldi dello Stato. Quanti miliardi son stati spesi per la banca senese?

Della banca più antica del mondo non sono rimaste che le macerie, eppure nel feudo rosso senese il segretario Letta è andato ad incassare uno scranno in Parlamento.

Una poltrona per Letta

Logica avrebbe voluto che il buon Enrico qualcosa dicesse sulla vicenda, che intervenisse o almeno prospettasse durante la campagna elettorale.

Se n’è guardato bene, conscio che fosse un argomento scabroso.

Come il simbolo del PD, il suo partito, di cui è segretario, che si è guardato bene dall’utilizzare per essere rieletto.

Da parte loro le parti in causa nell’affare MPS sono state zitte per questo mese di campagna elettorale, salvo poi essere chiare all’indomani della auspicata elezione.

Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena”, riporta una nota congiunta.

Il Ministero ed UniCredit hanno congiuntamente dichiarato che le trattative sono finite ed il matrimonio non si farà.

Almeno così pare, anche se molte voci definiscono la partita solo sospesa e rimandata.

Comunque sia, per pura coincidenza, l’ufficialità del fallimento delle trattative per salvare il Monte dei Paschi di Siena viene comunicata pochi giorni dopo che nella Città toscana è stato eletto in Parlamento il segretario del PD Enrico Letta.

Non un minuto prima anche se purtroppo la strada pareva segnata già da settimane.

E ora?

Migliaia di posti di lavoro, per non parlare dei risparmiatori che sul Monte fanno affidamento per il loro futuro sono in angoscia. Tant’è.

La poltrona è arrivata, del MPS si occuperà qualcun altro. Andiamo in pace.

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