ACCADE ANCHE IN POLITICA: A NUORA PERCHÉ SUOCERA INTENDA

ACCADE ANCHE IN POLITICA: A NUORA PERCHÉ SUOCERA INTENDA

Si avvicina un’importante tornata elettorale e, tradizionalmente, il braccio di ferro non é solo tra maggioranza ed opposizione, ma anche tra le forze della coalizione di governo.

Stavolta la “tornata” è già di per sé pesante: comunali ( anche decisive come Firenze ), regionali ed europee. E risulta addirittura zavorrata dal passaggio in Parlamento, praticamente sincrono, di due riforme importantissime: autonomia regionale e premierato.

Schlein: vietato il pareggio

Ci sono tutti gli ingredienti per rendere questa fase davvero effervescente. Quale dunque la posta in gioco?

Per quanto riguarda il confronto maggioranza/opposizione, risulta palese che la sfida non avrà situazione di pareggio. O la spallata, al momento scomposta, della Schlein indebolirà il governo oppure la farà uscire irrimediabilmente ridimensionata, con tutta probabilità messa ai margini. Anche perché il fuoco asimmetrico ma convergente, che proviene da Renzi e Conte, non aspetta altro che il passo falso dell’attuale segretaria PD. E lo stesso Calenda, maestro negli “stop and go” rivolti al PD ha bisogno di un partito alleato, più debole e decisamente ancorato al riformismo e non al movimentismo.

Marcature ad uomo fino alle Europee

Alcuni conti sono da regolare anche nel centro-destra. La sproporzione elettorale tra FdI e le altre forze (in primis la Lega), se reiterata o addirittura implementata dalle prossime elezioni ai vari livelli, rischia di rendere la prossima navigazione del governo più tormentata e difficile.

Non a caso la Lega a voluto far coincidere i tempi di prima approvazione dell’autonomia regionale con quella del premierato. Questo marcamento ad uomo culminerà con gli equilibri che seguiranno l’esito delle elezioni europee. Il rischio di rimanere fuori dagli equilibri della nuova Commissione UE è visto da alcuni come un isolamento preoccupante. E’ per questo che Forza Italia ed i partiti centristi di più lunga storia europea sono meno inquieti, sapendo che il PPE in Europa avrà la “golden share” in tutti i possibili futuri equilibri. La Meloni stessa sa bene che l’unico modo per moltiplicare la sua influenza nel continente è arrivare all’accordo tra PPE e Conservatori (di cui è Presidente).

Candidature: alto esercizio di democrazia o manuale Cencelli?

Le spinose vicende delle candidature locali sono da osservare con la lente di ingrandimento degli equilibri nazionali. Per tale motivo, il caso Solinas -Truzzu o il terzo mandato di Zaia sono da amplificare e risuonano direttamente sul palcoscenico nazionale.

Il centro-destra, pur rispettando nella scelta delle candidature apicali la legge dei numeri, non deve fare il macroscopico errore della meccanica lottizzazione per quote. La vecchia ma lungimirante saggezza politica democristiana portò ad esempio De Gasperi, che aveva sfiorato la maggioranza assoluta, a lasciare molte cariche ai suoi alleati “minori”, preziosi ben più dei numeri stretti che rappresentavano.

La scelta ricada sui migliori e più adatti, in pratica su chi ha più possibilità di farcela, aggregando un fronte più ampio del rigido perimetro dell’alleanza. E si ascolti anche la voce del territorio, che quasi sempre ha le antenne giuste.

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