A proposito di Renzo Piano

LA RICOSTRUZIONE DEL PONTE MORANDI E NON SOLO

In tempi come questo in cui urge un Rinascimento culturale, le eccellenze intellettuali sono necessarie come il pane in tavola.

L’ANTEFATTO

Figure come Renzo Piano, riconosciuto a livello universale come un Maestro dell’architettura, costituiscono un patrimonio culturale su cui fondare i presupposti di una Nuova civiltà, che possa riscattare il caos intellettuale e contrastare la deriva consumistico-finanziaria di una globalizzazione che tende alla desertificazione culturale di masse di popolazione sempre più ampie.

Ben venga quindi il titolo di Senatore a vita che gli è stato attribuito, perché da quello scranno potrà evidenziare le carenze e le criticità del nostro Sistema, dettando così i presupposti per far tornare il nostro Paese al vertice di una cultura umanistica incentrata sull’uomo e sull’equilibrio.

Un Maestro, in questo caso dell’architettura e comunque in senso lato, che ha fatto del proprio lavoro un arte e che ricopre un alto incarico istituzionale, è un valore irrinunciabile per il nostro Paese.

IL FATTO

Detto questo, come valutare la sua proposta, poi realizzata, di donare un’idea per la ricostruzione del Ponte Morandi a Genova?

Al primo impatto la notizia è sicuramente entusiasmante, un Maestro dell’architettura, anzi Il Maestro per eccellenza, che si prodiga a sanare una ferita così dolorosa, donando alla collettività la sua capacità intellettuale e la sua sensibilità espressiva, suscita un moto di riconoscenza e orgoglio nazionale.

IL DUBBIO

Niente in contrario, perfettamente d’accordo, niente da eccepire, anzi, un grande e deferente ringraziamento… ma il dubbio sorge spontaneo:

Non è che all’idea seguirà un incarico diretto per la progettazione esecutiva del ponte e del quartiere sottostante?!

Questo avrebbe un infausto duplice effetto: il primo contrasterebbe con il Codice deontologico che regola l’attività degli Architetti italiani e la concorrenzialità a cui soggiace; il secondo sarebbe in contrasto, o quanto meno border-line, con il Codice degli Appalti e quindi scarsamente compatibile con l’incarico in Senato!

Il mondo dei lavori pubblici infatti è regolato da una legislazione che impone procedure concorsuali per l’affidamento degli appalti e ancor più, il Consiglio Nazionali degli Architetti, espressione del Ministero della Giustizia, si prodiga da anni per rendere obbligatorio il concorso di idee prima dell’affidamento di un incarico di progettazione. L’obiettivo è quello di poter selezionare l’idea migliore, oltre che allargare la platea di professionisti chiamati a lavori, diciamo così, più nobili, ivi compresi i giovani a cui deve essere data questa opportunità.

Ulteriormente, il regalo nella Cosa pubblica non è un Istituto legislativo regolato, tutt’altro, viene misconosciuto in quanto prefigura un successivo ritorno compensativo che esce dalla trasparenza, dalla concorsualità e dalla concorrenzialità, e quindi dalla legittimità dettata dal Codice stesso.

LA SPERANZA

Siamo però sicuri che per il Maestro/Senatore non sarà così e che anzi, dopo essersi messo a disposizione per l’emergenza occorsa, guiderà al meglio e con competenza un’apposita commissione giudicatrice che sappia valutare i progetti esecutivi che saranno presentati per sviluppare la sua idea traducendola in un’opera reale e risolutiva.

Non solo, saprà senz’altro portare in Senato tutte le istanze che vengano dal mondo delle professioni e delle costruzioni e saprà così dare un apporto definitivo al miglioramento, non solo della vita di tanti professionisti, ma anche di un Codice che, anche se porta la data del 2016, non è proprio all’altezza dei tempi e che sta dimostrando tutte le sue criticità, anche nel caso delle emergenze come appunto quella di Genova.

Potrà essere anche sancito a pieno titolo l’Istituto della donazione, doverosamente codificato e sotto i migliori auspici della trasparenza e della legalità, in modo che tutti possano donare alla collettività le loro migliori capacità intellettuali e creative… se lo desiderano s’intende.

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