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La Zecca di Vauro e i suoi “Sette modi per uccidere Salvini”, ironia di infimo livello

di Paolo Sebastiani
9 Marzo 2020
In Politica
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La Zecca di Vauro e i suoi “Sette modi per uccidere Salvini”, ironia di infimo livello
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Sarà anche satira, ma non fa ridere. Già il titolo è fastidioso: “Sette modi per uccidere Salvini“. Si intitola così infatti l’edizione straordinaria pubblicata in queste ore della rubrica “La Zecca”, che il disegnatore e umorista tiene sul sito di Michele Santoro. Per rispondere a chi lo accusa di fiancheggiare chi vorrebbe uccidere Matteo Salvini, Vauro ha deciso di rispondere applicandosi nell’ideazione di sette opzioni ironiche (si fa per dire…) per eliminare il vicepremier, che vanno dalla “nutella-assassina” all’”uniforme killer”.

Vauro si riferisce al fatto che nell’ultima puntata di Quarta Repubblica è stato mostrato un servizio dove, a telecamera nascosta, si chiedeva ad alcuni immigrati di colore cosa pensassero di Salvini. Uno dei migranti, condannando il gesto criminale di Sy, l’autista dello scuolabus di Crema, ha detto: «Non potrei mai fare una cosa del genere, sequestrare bambini che non hanno colpa, se dovessi uccidere qualcuno ucciderei Salvini o qualcuno di responsabile». Vauro si difende in maniera surreale: «Il senso pare chiaro: se dovessi’ non ‘se volessi’ e soprattutto non ha detto ‘ucciderò Salvini’».  Il vignettista era finito nel mirino dello stesso Salvini, che aveva scritto sui social: «A Torino: ‘Se dovessi uccidere qualcuni ucciderei Salvini’. Vauro risponde: ‘Cosa c’è di strano?’ Questo signore non è normale».

Proprio non ce la fa Vauro a non andare oltre il buon senso, trasformando l’ironia in cattivo gusto. Il video, fatta salva l’alta qualità delle riprese, è di qualità infima. Vauro è semplicemente penoso: «Visto che oramai sono stato condannato e non si possono prendere due condanne per lo stesso delitto mi sono immedesimato nel ruolo e quindi ho cominciato ad elaborare diversi piani», dice nel video pubblicato nella edizione straordinaria della sua rubrica, prima di elencarli, uno a uno.

Un’ironia che non solo non fa ridere ma che può essere mal utilizzata da qualche imbecille che cova rancori paranoici, e mi pare che ce ne siano parecchi.

 

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