Aspettando il fascismo (da 60 anni)
Ricordo una famosa citazione attribuita a Benjamin Franklin: “In questo mondo nulla è certo, tranne la morte e le tasse”.
E io aggiungo il fatto che i democratici negli ultimi 60 anni hanno sempre etichettato il candidato repubblicano alla presidenza come fascista.
È stata parte integrante del copione politico democratico.
Eppure, in qualche modo, dopo ogni avvertimento, il Terzo Reich non si è ancora materializzato negli Stati Uniti.
Questo include quando Donald Trump è stato Presidente dal 2017 al 2021. E da un anno a questa parte ancora non si e’ vista una notte dei cristalli.
Nonostante 60 anni di avvertimenti democratici di un imminente catastrofe fascista non si siano avverati, questo non ha impedito ai progressisti di continuare a raccontare queste cazzate.
Comincio con il senatore dell’Arizona Barry Goldwater e il suo discorso di accettazione alla Convention nazionale repubblicana del 1964.
Oltre 50 anni prima che Trump decidesse di candidarsi alla presidenza, celebrità, giornalisti e politici avevano avvertito che il candidato presidenziale del GOP era un fascista che avrebbe causato danni considerevoli al paese. Goldwater, che prestò servizio come pilota durante la seconda guerra mondiale, fu paragonato ai nazisti e ai fascisti.
Ad esempio, l’allora governatore democratico della California, Edmund Brown, commentò il discorso di accettazione di Goldwater, sostenendo che “aveva il tanfo del fascismo. Tutto ciò di cui avevamo bisogno era sentire Heil Hitler”.
Altri stupidi commenti su Goldwater includevano un duro attacco da parte del leader per i diritti civili, Martin Luther King.
“Vediamo pericolosi segnali di hitlerismo nella campagna di Goldwater”.
La leggenda del baseball Jackie Robinson replico’ al discorso di Goldwater: “Direi che ora credo di sapere cosa si provava a essere ebreo nella Germania di Hitler”.
L’allora sindaco di San Francisco, la città in cui si tenne la Convention nazionale repubblicana del 1964, affermò che il GOP aveva il Mein Kampf come sua bibbia politica.
I commenti spregevoli continuarono alle elezioni successive del 1968.
L’allora vicepresidente Hubert Humphrey, candidato democratico alla presidenza, commentò le elezioni: “Se gli inglesi non avessero combattuto nel 1940, Hitler sarebbe stato a Londra, e se i democratici non combatteranno nel 1968, Nixon sarà alla Casa Bianca”.
Richard Nixon vinse le elezioni, ma i paragoni con Hitler, nazisti e fascisti non si sono mai fermati. Ad esempio, nel 1970, un manifesto politico mostrava un immagine di Adolf Hitler, che indossava una fascia con la svastica al braccio e teneva in mano una maschera di Nixon.
Nel frattempo, un articolo dell’ottobre 1972, disponibile per la consultazione sul sito web della CIA, faceva riferimento ai “nazisti di Nixon” come parte di un commento critico nei confronti del Presidente. Poi c’è una fotografia dell’ottobre 1973 di qualcuno che indossa una maschera di Nixon con una corona, mentre fa il saluto nazista.
Gerald Ford subentro’ a Nixon come Presidente e fu definito fascista. Nel 1974, un membro dell’American Civil Liberties Union attacco’ Ford per la grazia concessa a Nixon per il Watergate.
L’ACLU all’epoca dichiaro’: “Se il principio del Presidente Ford fosse stato la regola a Norimberga, i leader nazisti sarebbero stati lasciati liberi e solo le persone che avevano portato a termine i loro piani sarebbero state processate”.
Di sicuro, più di un decennio di accuse e denunce di fascismo mai concretizzate impedirebbe ai democratici di chiamare i repubblicani nazisti, fascisti o di paragonarli a Hitler, giusto?
Sbagliato.
Il grande Presidente Ronald Reagan fu il bersaglio successivo delle accuse infondate di fascismo mosse dai democratici.
Il rappresentante del Montana William Clay affermo’ che Reagan voleva sostituire la Carta dei diritti con precetti fascisti ripresi alla lettera dal Mein Kampf.
Il fumettista del Los Angeles Times Paul Conrad disegnò un riquadro raffigurante Reagan che progettava un putsch fascista in una buia birreria di Monaco.
Harry Stein, in seguito un convertito conservatore, scrisse su Esquire che gli elettori che sostenevano Reagan erano paragonabili ai tedeschi nella Germania di Hitler.
Il Presidente George W. Bush forse e’ stato il repubblicano che ha dovuto affrontare gli attacchi più duri e vili prima di Trump.
Bush veniva regolarmente etichettato come razzista, nazista, fascista e criminale di guerra.
Nel 2012, il senatore dello Utah Mitt Romney, lo stesso Romney che tanti democratici oggi amano, era anche lui associato ai nazisti e al fascismo.
Un delegato del Kansas disse che Romney era un bugiardo abituale e lo paragonò a Hitler.
Il leader del Partito Democratico della California ha paragonato l’allora candidato alla vicepresidenza e poi Speaker della Camera, Paul Ryan, a Joseph Goebbels.
Vi suona familiare qualcosa? Dovrebbe.
È la stessa linea di attacchi che i Democratici usano contro Trump dal 2015.
I democratici hanno etichettato Trump come un fascista nel 2016, nel 2020, e oggi nel 2025.
Hanno ripetuto gli attacchi durante la sua prima presidenza e la campagna di rielezione nel 2020 e la stessa cosa l’hanno fatta alle ultime elezioni del 2024.
E’ solo una radicale e becera propaganda di sinistra.
Le uniche persone che credono a questi paragoni con i nazisti e i fascisti sono gli elettori democratici, massicciamente plagiati e indottrinati dalla propaganda progressista, e quei quattro idioti di Never Trump.
Un po’ come qui in Italia e nella vecchia e incancrenita Europa.
I progressisti fanno schifo dappertutto.
