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Home Firenze

ECCOCI ALL’ACQUA ECONOMICA E LA FUNARO SA NUOTARE ?

di Simone Margheri
8 Dicembre 2025
In Firenze
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ECCOCI ALL’ACQUA ECONOMICA E LA FUNARO SA NUOTARE ?
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ECCOCI ALL’ACQUA ECONOMICA E LA FUNARO SA NUOTARE ?

Per me no!

Non condivido la visione della sindaca Sara Funaro.

Da contribuente e da liberale, ritengo che un’amministrazione responsabile debba prima di tutto praticare la buona amministrazione: razionalizzare la spesa, eliminare gli sprechi e intervenire sulle distorsioni del mercato che gravano sui cittadini che lavorano e pagano le tasse.

È legittimo investire nelle infrastrutture e nel welfare, ma a condizione che queste scelte siano sostenute da priorità chiare, da misure di controllo dell’efficienza e da una strategia di lungo periodo che tuteli i residenti, non solo il flusso turistico

Le critiche alla logica del bilancio, come quelle già espresse in aula dal consigliere Matteo Chelli — vicepresidente della commissione Bilancio e voce critica della minoranza — meritano attenzione.

Chelli ha denunciato che nel documento di previsione la giunta ha incrementato in modo rilevante le poste riferite alle sanzioni stradali e agli incassi da controllo della mobilità, sollevando dubbi sulla sostenibilità e sulla correttezza politica di basare una quota significativa delle entrate correnti sui proventi delle multe.

Lo stesso consigliere ha presentato ordini del giorno per vincolare le entrate delle sanzioni alla manutenzione stradale, proposte poi bocciate dalla maggioranza, e ha richiamato l’attenzione su aumenti previsti nelle previsioni sui proventi da multe pari a decine di milioni rispetto all’esercizio precedente

I numeri rendono la questione ancora più netta. Nel 2025 il Comune di Firenze è risultato tra i primi comuni italiani per incassi da sanzioni: secondo una rilevazione locale Firenze ha registrato circa 28,4 milioni di euro di proventi da multe nei primi otto mesi dell’anno, collocandosi al secondo posto dopo Milano in alcune classifiche comunali annuali.

Per quanto riguarda gli autovelox, analisi nazionali riportano che gli incassi attribuiti a questi strumenti hanno portato a Firenze circa 20,5 milioni nel 2024, un livello tra i più elevati registrati a livello urbano. Il tema non è neutro: affidare al sistema sanzionatorio una quota rilevante delle entrate correnti produce dipendenza da una voce instabile e politicamente sensibile

Alla pressione fiscale locale si sommano costi diretti che pesano sulle famiglie e sui proprietari di immobili.

Diverse classifiche 2025 collocano Firenze tra le città con IMU e costi legati alla casa fra i più elevati: indicatori comparativi sulle imposte sugli immobili mostrano Firenze tra i capoluoghi con un onere medio rilevante per le seconde case (i dati disponibili, a seconda della metodologia, riportano valori indicativi che collocano Firenze nell’area dei capoluoghi più «costosi» per IMU).

Anche le tariffe per i servizi essenziali contribuiscono al peso complessivo: la spesa idrica per una famiglia tipo nel territorio fiorentino figura, in più di una indagine locale e regionale, tra le più alte in Italia — con valutazioni che segnalano spese annuali per l’acqua sensibilmente superiori alla media nazionale. In sintesi, i fiorentini pagano sia per la casa sia per i servizi locali più di quanto avvenga in molte altre aree del Paese

Sul fronte delle imposte personali, va ricordato che non è soltanto il Comune a imporre oneri: la variabilità delle addizionali regionali all’Irpef produce differenze territoriali sostanziali.

Per il 2025 le rilevazioni sulle addizionali regionali mostrano alcune regioni con aliquote complessive significativamente più elevate: a livello nazionale sono registrate regioni in cui l’addizionale può arrivare a punte superiori rispetto ad altre aree, con impatto diretto sul netto in busta paga dei contribuenti

Questo quadro nazionale rende ancora più evidente il tema sollevato dai contribuenti fiorentini: la cumulazione di oneri comunali (IMU, tariffe e proventi vari) e regionali può trasformare la pressione fiscale locale in un fattore di forte penalizzazione per chi produce reddito.

Il quadro complessivo che ne deriva è una città dove: • una quota significativa delle entrate comunali dipende da provvedimenti di carattere sanzionatorio e dalla fiscalità legata al turismo e alla mobilità;

• le imposte sulla casa (IMU) collocano Firenze fra i capoluoghi con oneri medi elevati;

• le tariffe per servizi essenziali come l’acqua risultano, nelle indagini di settore, fra le più care d’Italia per famiglie residenti;

• nel contesto nazionale esistono poi regioni con addizionali Irpef particolarmente gravose, che aggravano ulteriormente il carico fiscale complessivo sui contribuenti.

Alla luce di questi elementi, la strategia scelta dall’amministrazione — aumentare spesa corrente e investimenti senza alzare formalmente le aliquote — rischia di trasformarsi in una politica che scarica i costi sui residenti attraverso tariffe e proventi «occulti» o poco trasparenti, oltre che sul mercato immobiliare trasformato da decenni in una macchina in gran parte rivolta al turismo

È plausibile ritenere che, se non si interviene con politiche di razionalizzazione della spesa, con una ferma regolamentazione degli affitti brevi e con un uso più trasparente e prioritario delle entrate da sanzioni (vincolandole, per esempio, a manutenzioni e sicurezza stradale), la pressione sul contribuente fiorentino continuerà a crescere.

Chi governa una città patrimonio dell’umanità dovrebbe avere come primo obiettivo la tutela dei residenti e la sostenibilità finanziaria: garantire servizi efficienti senza trasformare la comunità in un “prodotto” da monetizzare

Se invece l’orientamento resta quello degli ultimi decenni — favorire la rendita immobiliare e ricavare risorse ricorrenti dalle multe, dal turismo e dalle tariffe — il risultato è sotto gli occhi di tutti: residenti costretti a spostarsi, periferie depresse, centro storico sempre meno luogo di vita quotidiana.

“Chi è causa del proprio male pianga se stesso”, recita un proverbio toscano; adesso i fiorentini si tengano i “cubi neri” al posto dei residenti, quelli sì degni di protezione UNESCO — ma per le scelte delle amministrazioni cittadine di centro-sinistra che si sono susseguite ininterrottamente da decenni.

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Tags: AcquaCOMUNE DI FIRENZEFUNAROIN EVIDENZAPD
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