Il mestiere più antico del mondo: un’analisi senza tempo
Quando si dice ” fa il mestiere più antico del mondo” nessuno ha dubbi sulla professione che quella persona esercita: si prostituisce.
L’aggettivo “antico” deriva dal fatto che le sue radici affondano già in tempi molto remoti
Ci sono testimonianze della sua esistenza in civiltà come quella sumera, babilonese nonché nella società greca e romana.
Se ne vede traccia documentata nelle tavolette di argilla mesopotamiche in cui si offrivano favori sessuali in cambio di servizi o di beni.
La troviamo in culture come la greca e la romana, dove la prostituzione era regolamentata e praticata in bordelli. Nell’antica Roma la prostituta, ufficialmente registrata, veniva chiamata “meretrix”
Anche la Bibbia, sia nel vecchio che nel nuovo testamento ne parla, offrendo così ulteriori prove della sua diffusione e ( ahimè) accettazione.
Questo “antico mestiere” non è solo stato presente fin dalla notte dei tempi ma continua, attraverso i secoli, ad esservi nella società moderna.
In Italia le case chiuse sono state abolite con l’approvazione della legge Merlin del 1958 che ne vietava l’esercizio. Prima i bordelli esistevano legalmente e facevano parte del tessuto sociale
Le prostitute venivano sottoposte a visite mediche per evitare le pericolose malattie sessualmente trasmissibili.
Lina Merlin, partigiana socialista ne ha sancito però la chiusura in nome di una dignità della donna ristabilita.
Proponendo altresì percorsi di rieducazione per queste ragazze, le quali provenivano quasi sempre da famiglie povere o erano orfane.
Purtroppo però dopo il 1958 la prostituzione subisce solo “un trasloco” dalla casa chiusa alla strada
Per un certo periodo alcuni rappresentati del governo hanno ventilato l’idea di riaprire le case chiuse proprio per evitare pericolosi contagi da malattie sessualmente trasmissibili dato che diventava difficile, senza dati concreti arginarne il controllo dovuto anche alla mancanza di regole igieniche; ma questa idea è stata subito messa da parte. Impensabile tornare indietro.
La prostituzione non può essere un mestiere approvato dallo stato, non è pensabile “pagarsi i contributi ” facendo ” marchette”
Il fenomeno poi è dilagato con la migrazione di massa e l’aumento della povertà che vedeva in questo, facile fonte di guadagno.
L’aumento inoltre negli anni 70/80 della tossicodipendenza, ha peggiorato la situazione in quanto ha visto ragazzi e ragazze, bisognosi della loro dose quotidiana, vendersi spesso per pochi soldi.
Questi famigerati anni sono stati investiti anche dal terribile virus HIV, sessualmente trasmissibile, che ha seminato morte
Ad oggi, nell’era dell’avanzamento tecnologico, la prostituzione è presente più che mai ed ha un mercato fiorente.
Non è raro imbattersi in ragazzine seminude ed in atteggiamenti inequivocabili, riprendersi con il cellulare per poi mandare il video in rete al fine di adescare clienti.
Il guadagno facile è alla base di queste scelte sciagurate
Non è raro vedere madri e figlie coalizzate per offrire assieme tale tipo di servizio e questa cosa fa tremare le vene ai polsi.
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Donne, mamme, che diventano oggetti per denaro spogliando così di ogni dignità l’essere umano, veicolando una forma di educazione discutibile. Proponendosi solo come dei corpi al servizio, il rischio di divenire preda di violenza è dietro l’angolo fino anche a sfociare nel purtroppo ormai sentito e risentito fenomeno del femminicidio.
L’idea che passa è quella che essendo tu solo un oggetto puoi essere eliminato, non hai dignità.
Ad aggravare la situazione è anche la quantità di persone, moltissimi sono ragazzini, che questi video messaggi raggiungono. Circolano liberamente in rete e chiunque vi si imbatte prima o poi, non serve fare specifiche richieste.
Esistono anche vere e proprie piattaforme del sesso come Only fans le quali esercitano pornografia a pagamento anche se queste sono a beneficio degli abbonati.
La prostituzione non è sparita con la chiusura delle case chiuse ha solo cambiato la sede!
Gesù nel nuovo testamento chiama la prostituzione peccato..”..vai e non peccare più..”( Giovanni 8, 11) dice all’adultera salvandola dalla lapidazione.
Questo è infatti un peccato che ha come conseguenza la morte. Ai tempi di Gesù ne sanciva la lapidazione ai tempi nostri ne lede la dignità.
Diventare merce di scambio offrendo il proprio corpo non solo trasforma le persone in oggetti ma, dietro ai racconti a lieto fine, di vite stravolte positivamente dal guadagno facile, ci sono dei risvolti etici e sociali pericolosi per i quali, nessuno di coloro che ne fa uso, è disposto ad analizzare. La possibilità di avere tanti soldi soddisfa ed appaga.
Ma il retro della medaglia, l’aspetto nascosto e meno evidente che è presente in situazioni che appaiono positive a prima vista è lì, pronto a presentare il suo salatissimo conto.
Angela D’ Alessandro
Prolife insieme
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