Regionali Marche 2025, sfida all’ultimo voto tra Acquaroli e Ricci
Centrodestra e centrosinistra divisi da un soffio. E l’alta quota di indecisi potrebbe ribaltare tutto
A meno di due mesi dalle elezioni regionali, le Marche si confermano un terreno di scontro cruciale per gli equilibri politici nazionali. Il presidente uscente Francesco Acquaroli, sostenuto da una coalizione di centrodestra compatta, sfida il dem Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e volto della coalizione progressista, allargata al Movimento 5 Stelle.
Secondo il sondaggio Dire-Tecnè di giugno, Acquaroli risulterebbe in vantaggio con una forchetta tra il 50,5% e il 54,5%, mentre Ricci si attesterebbe tra il 45,5% e il 49,5%
Ma una rilevazione successiva, firmata Izi spa a luglio, ribalta i numeri: Ricci sarebbe avanti con il 50,5% contro il 49,5% dell’uscente. Il dato più eloquente, però, è un altro: oltre un terzo degli elettori è ancora indeciso o orientato all’astensione.
Il centrodestra punta sulla continuità e sull’effetto incumbency. Acquaroli, primo presidente “non rosso” della storia recente delle Marche, ha consolidato una rete politica che lo rende competitivo, soprattutto nelle province interne.
Nonostante alcune criticità amministrative, ha saputo evitare fratture nella maggioranza e ha mantenuto una narrazione politica rassicurante
Dall’altro lato, Ricci si propone come “alternativa amministrativa” al modello di governo meloniano. Forte della sua esperienza a Pesaro e di un linguaggio moderato, si rivolge a quella fetta di elettorato che non si riconosce né nella destra sociale né nella sinistra ideologica.
L’alleanza con i 5 Stelle può ampliare il consenso, ma richiede capacità di tenuta e mobilitazione.
La partita è aperta. Il risultato dipenderà dalla capacità di entrambe le coalizioni di intercettare il voto degli incerti, soprattutto nelle aree urbane e tra i giovani, dove l’astensione rischia di essere decisiva
E il voto marchigiano non sarà solo un affare locale: rappresenta un test significativo per i partiti nazionali, che guardano con attenzione all’esito di settembre in vista delle politiche 2026.
Chi prevarrà?
Troppo presto per dirlo. Ma una cosa è certa: le Marche saranno ancora una volta una regione laboratorio, specchio fedele delle fratture, delle paure e delle speranze dell’Italia di oggi.
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