Ricordate Tafazzi: il personaggio autolesionista, inventato dal trio Aldo-Giovanni-Giacomo, che passa il tempo a colpire le proprie parti intime con una bottiglia?
Ebbene quel Tafazzi deve essere l’ispiratore della stravagante proposta di una “lista civica”, capeggiata dal candidato-presidente, destinata ad affiancare i partiti di Centrodestra alle prossime elezioni regionali della Toscana.
Perché è una proposta da bischeri, in quanto porterebbe il Centrodestra a farsi del male da solo.
Il caso di Firenze dove più volte alle amministrative è stata sperimentata la cosiddetta “lista civica” ci insegna che essa non porta alcun valore aggiunto ad una campagna elettorale: né in termini di voti né in termini di qualità dei candidati.
Essendo composta per lo più da persone di buone intenzioni ma di scarsa preparazione politica o da esponenti dí fantomatiche formazioni di “centro” prive di base e forza elettorale. O addirittura da “professionisti del civismo” pronti a candidarsi ogni volta in qualcosa di civico purché all’interno di un quadro garantito dal consenso generale della coalizione
In modo da cercare di farsi eleggere senza passare dalla dura competizione delle preferenze che caratterizza la partecipazione dei candidati inseriti nelle liste di partito. Per cui la “lista civica” non allarga il perimetro elettorale della coalizione, limitandosi a beneficiare del voto complessivo del Centrodestra. Il che porta poi, per via dei meccanismi della legge elettorale, ad una redistribuzione delle preferenze che va a tutto danno dei candidati nelle liste di partito.
I quali, pur avendo svolto negli anni un gran lavoro politico impegnandosi nelle istituzioni o nella vita associativa, rischiano di perdere seggi a loro destinati a vantaggio degli improvvisati candidati della “lista civica”
Nonostante l’inferiore numero di preferenze raccolto da questi ultimi. Con la conseguenza di una alterazione della reale rappresentanza della volontà degli elettori. È poi paradossale che la cosiddetta “lista civica” esista unicamente grazie ai partiti.
I quali (alla faccia del civismo spontaneo!) la propongono, la organizzano, la selezionano, impegnandosi pure a raccogliere le firme necessarie a presentarla! Come non evocare allora i dolorosi colpi portati da Tafazzi alle sue parti basse?…
Ma c’è di più. Se una “lista civica” può aver senso a livello comunale (specie in borghi o piccole città), non ha alcun senso a livello regionale
La Regione è un ente legislativo, il cui governo esprime una visione politica e dove tutte le scelte hanno un preminente carattere politico. Che chiama direttamente in causa le responsabilità dei partiti di maggioranza e di minoranza. Partiti che sono, costituzionalmente, gli strumenti di partecipazione democratica dei cittadini alla vita pubblica. Che ci azzecca una “lista civica”?
Il richiamo al civismo, che per definizione è politicamente neutro, può tornare utile in determinate piccole realtà locali ma non laddove la battaglia elettorale è dichiaratamente politica
Come nei capoluoghi regionali o massime in Regione. Dove lo scontro avviene tra due campi contrapposti, che hanno dato vita ad una dialettica democratica su programmi diversi fondati su diverse visioni politiche. Tanto più che nessuno vieta a cittadini desiderosi di tutelare alcune precise realtà locali di candidarsi nelle liste del partito di riferimento. Il civismo infatti può benissimo esprimersi anche all’interno di un programma e di una lista di partito: in un contesto contenutistico generale che può persino valorizzarlo.
Ma quando il civismo punta ad una sua autonoma rappresentanza nell’ambito di una dimensione peraltro specificatamente politica qual’è quella regionale, beh allora diventa un elemento di confusione che trasforma la positiva possibilità di collaborazione in una equivoca occasione di competizione
Con danno evidente ai partiti di coalizione, soprattutto ai più forti: ieri a Forza Italia oggi a Fratelli d’Italia. La verità è che presentare una “lista civica” in Toscana significherebbe solo svalutare il valore politico della battaglia regionale, limitando pesantemente la portata progettuale della proposta alternativa del Centrodestra.
Il che rappresenterebbe, di fatto, un favore alla Giunta regionale uscente
Proprio ora che abbiamo un Centrosinistra toscano in crisi, che non ha ancora deciso se ricandidare o meno il presidente uscente Giani, e che vede lacerarsi sempre più il “campo largo”. Una situazione che dovrebbe spingere il Centro destra a prendere l’iniziativa politica. Ed invece che fa? Anziché affondare i colpi, sottolineando contraddizioni e spaccature interne al Centrosinistra e dicendo chiaramente che il silenzio della Schlein costituisce già di per sé un loquace giudizio sull’uscente Giani, si mette a discutere circa l’opportunità di varare una “lista civica”.
Finendo col suscitare diffidenze e malumori tra le proprie fila
Quando si combatte una battaglia politica ci sta che l’avversario, se più forte, ti faccia male, ma farsi male da soli, con l’avversario ancora fermo e incerto, è cosa assurda oltre che ridicola. Mi auguro pertanto che un soprassalto di serietà e ragionevolezza politica porti i dirigenti del Centrodestra toscano a bocciare l’insana idea della “lista civica”. Non vorrei infatti scoprire che Tafazzi abita davvero in Toscana e fa parte del Centrodestra.
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