Case occupate, proprietà violata: chi difende davvero la giustizia?
In Italia esiste una forma di ingiustizia taciuta, che spesso non compare nei dibattiti mainstream o nei palinsesti televisivi.
È la storia di migliaia di cittadini che hanno acquistato, costruito, ereditato o semplicemente affittato una casa – e se la sono vista sottrarre con la forza da chi l’ha occupata abusivamente.
Una ferita che riguarda tutti
Queste persone spesso non hanno voce. Combattono battaglie legali lunghissime e logoranti, senza mai ottenere piena giustizia. Perdono soldi, salute, dignità. E paradossalmente, in questo Paese, vengono talvolta additate come “privilegiati” da una parte dell’opinione pubblica che tende a giustificare l’occupazione abusiva in nome di presunte rivendicazioni sociali.
Ma da quando in poi l’illegalità è diventata uno strumento accettabile per ottenere un diritto?
E soprattutto: chi difende davvero chi ha subito un danno grave e reale?
La proprietà non è un crimine
C’è chi, in modo sempre più esplicito, teorizza l’abolizione del diritto di proprietà privata. A Torino – come in altre città – si è persino discusso di requisire le case sfitte e redistribuirle, ignorando che dietro a quelle case ci sono spesso famiglie, sacrifici, debiti, mutui, investimenti onesti.
Alcuni contestano le misure contenute nel nuovo “decreto sicurezza” che intende rafforzare le tutele per i proprietari e contrastare le occupazioni illegali, definendolo “oppressivo” o “repressivo”
Ma non si rendono conto che la vera oppressione la subiscono i legittimi proprietari, che lottano per riavere ciò che è loro. Nessuno pensa a loro, nessuno ne parla davvero.
Povertà reale o alibi sociale?
È giusto farsi una domanda scomoda, ma necessaria: quante delle persone che occupano case abusivamente non possono davvero permettersi un affitto o un mutuo? E quante, invece, lo fanno per comodità, ideologia, o perché spinte da organizzazioni criminali che lucrano sul disagio altrui?
Esiste, purtroppo, un business dell’occupazione
Alcune organizzazioni – a volte legate alla criminalità organizzata – gestiscono interi stabili, lucrano sugli allacci abusivi, rivendono spazi, “affittano” illegalmente posti letto. È questa la giustizia che si vuole difendere?
La vera domanda è: chi difende chi subisce?
Chi ha il coraggio oggi di mettersi dalla parte delle persone perbene che, nel silenzio delle istituzioni e nell’indifferenza di certa politica, vivono un’ingiustizia quotidiana?
Le occupazioni abusive non risolvono il problema della povertà, lo spostano semplicemente da una parte all’altra della società. La vera giustizia è quella che garantisce il rispetto della legge, la tutela della proprietà, il diritto alla sicurezza.
La soluzione?
La vera soluzione non è legittimare l’illegalità. È costruire politiche abitative serie, che mettano al centro i più fragili senza penalizzare chi ha lavorato onestamente per avere una casa.
È proteggere le persone, non gli abusi
Chi ha davvero a cuore la giustizia sociale, deve iniziare col riconoscere chi la giustizia l’ha subita sulla propria pelle.
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